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Migliorare salute pubblica e resilienza ambientale

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La pandemia da Covid-19 ha avuto un impatto significativo sui tradizionali parametri di riferimento del Sistema sanitario italiano, creando nuove sfide e producendo un divario rispetto alle tendenze precedenti.

Prima dell’arrivo di Sars-Cov-2 l’Italia era in cima alle classifiche internazionali per aspettativa di vita, e questo anche se l’universalità dell’offerta di servizi già faceva i conti con la carenza di operatori e le differenze a livello regionale.

Covid 19 ha avuto un merito, se si può usare questa parola: ha messo in luce la necessità di affrontare le sfide del sistema sanitario italiano. In particolare, ha evidenziato lacune nella capacità di risposta alle emergenze, nella disponibilità di dispositivi di protezione individuale e di attrezzature per i reparti di terapia intensiva. La continuità dell’assistenza per pazienti affetti da patologie non legate a Covid-19 è stata gravemente compromessa: ne paghiamo (e ne pagheremo) le conseguenze. Occorre rivedere la struttura dei servizi sanitari e migliorare la medicina territoriale. La pandemia ha dimostrato, ove mai ce ne fosse bisogno, che la salute pubblica è una questione comunitaria e ha evidenziato l’importanza delle interconnessioni tra salute e benessere ambientale.

Abbiamo acceso i riflettori sull’approccio One Health, una visione sanitaria olistica basata sull’integrazione di diverse discipline, un concetto che unisce passato e presente. Un’idea di mondo che si fonda sul riconoscimento dell’indissolubile connessione tra la salute umana, la salute animale e la salute dell’ecosistema. Il concetto è, se vogliano, quello della “cura della casa comune”, dell’importanza di difendere e preservare l’ambiente naturale, delle persone e degli animali espresso nel 2015 da Papa Francesco nell’enciclica Laudato si’ che, al di là dell’aspetto religioso, incoraggia una riflessione sull’ecologia integrale, che comprende la dimensione ambientale, sociale ed economica, e promuove un approccio sostenibile alla cura della Terra e di tutti gli esseri viventi.

Una strategia riconosciuta dal ministero della Salute italiano, dalla Commissione europea e da tutte le principali organizzazioni internazionali, e considerata fondamentale per tutti i settori che traggono beneficio dalla collaborazione tra professionisti di diverse discipline, tra cui medici, veterinari, farmacisti, ambientalisti, economisti, sociologi. Su questa rivista abbiamo spesso concentrato la nostra attenzione sulla necessità di curare l’ambiente e migliorare la qualità della vita dei cittadini. Due aspetti interdipendenti.

Preservare e migliorare la salute dell’ambiente costa. Ma le risorse da usare sono investimenti per il futuro. La predisposizione di misure e infrastrutture di prevenzione e mitigazione del rischio, come ad esempio la costruzione di dighe o barriere anti-inondazione, il monitoraggio sismico e la pianificazione urbana sostenibile, può contribuire a ridurre il numero di vittime in caso di eventi naturali catastrofici come alluvioni, mareggiate, terremoti e altri disastri.

Aumentare la qualità e la quantità della spesa sanitaria in Italia è un investimento importante per migliorare la qualità della vita delle persone e garantire una migliore assistenza sanitaria. È fondamentale affrontare il sottofinanziamento della spesa pubblica, specialmente in un contesto in cui la popolazione invecchia e la domanda di cure è in costante aumento. In questo numero abbiamo analizzato tra l’altro le sfide per il pharma Made in Italy e la rivoluzione dell’AI in sanità, aspetti cruciali per la salute di domani.

 

 

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