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Alfa Romeo 33 Stradale, a volte ritornano

Inutile entrare in concessionaria e chiedere il prezzo. Quanto costa, o meglio, quanto sarebbe costata la Alfa 33 Stradale ve lo diciamo noi: un milione e mezzo tondo tondo. Ma ormai è tardi: dei 33 esemplari realizzati dalla casa del Biscione non ne è rimasto nemmeno uno, tutti andati a ruba e spediti nei quattro angoli del pianeta ad impreziosire il garage di altrettanti collezionisti. Era prevedibile. Non appena uscita la notizia che l’Alfa Romeo avrebbe messo in cantiere una riedizione della mitica vettura del 1967 – da molti reputata tra le auto più belle di sempre, a sua volta derivata dalla Tipo 33, regina del motorsport mondiale di quegli anni – gli appassionati si sono fiondati senza lasciare nemmeno una briciola. Perché avere nel proprio box una ‘fuoriserie’ omologata per uso stradale con specifiche da pista, e soprattutto firmata da ciascun proprietario come un pezzo unico, è cosa irripetibile. E vale dunque il prezzo. Ma andiamo con ordine.

Tutto è iniziato nella ‘Bottega’ Alfa Romeo che si trova presso la Sala del Consiglio del Museo di Arese, dove nel 1967 fu approvato il progetto della 33 Stradale originaria. Un posto magico ispirato alle botteghe rinascimentali e alle carrozzerie degli anni ’60 dove designer, ingegneri e storici del marchio si sono seduti attorno un tavolo per ascoltare le idee e i desideri dei potenziali acquirenti, coinvolgendoli in qualche modo nel processo creativo. L’ultima parola è spettata però (giustamente) al ‘Comitato 33’, un organismo presieduto dal Ceo di Alfa Romeo Jean-Philippe Imparato, e composto dai responsabili di otto dipartimenti del marchio: Design, Heritage, Museo di Arese, Prodotto, Progetti Strategici, Marketing, Comunicazione e Motorsport. Per la costruzione di ciascun esemplare, si è fatto invece ricorso alla maestria artigianale della Carrozzeria Touring Superleggera, altra leggenda motoristica fondata nel 1926 da Felice Bianchi Anderloni e da Gaetano Ponzoni, che annovera nel suo curriculum svariate Ferrari, Maserati, Lamborghini, Aston Martin e, naturalmente, Alfa Romeo. “Il design della nuova 33 Stradale si ispira con rispetto al capolavoro di Franco Scaglione del 1967, con un audace sguardo rivolto alle linee dei futuri modelli Alfa Romeo”, racconta Alejandro Mesonero-Romanos, Head di Alfa Romeo Design. “Il risultato è il frutto delle competenze e della migliore tradizione del design italiano. Un vero e proprio manifesto di bellezza essenziale: poche linee, sensuali e allo stesso tempo potenti, capaci di suscitare desiderio e forti emozioni”.

Bellezza per l’appunto: basterebbe questa parola. Tutto è stato pensato per rendere la vettura più vicina possibile alla sua progenitrice, con l’aggiunta però di uno stile fluido e modernissimo. A partire dal frontale muscoloso che sembra voler inghiottire il terreno, fino alla vista laterale da cui si può apprezzare l’apertura delle porte a ‘elitra’. Il grande cristallo che avvolge il tetto regala oltretutto agli occupanti la netta sensazione di stare a bordo di un jet, e difatti sullo stesso concetto è stato realizzato anche l’abitacolo, con i comandi piazzati su livelli differenti, sulla consolle bassa centrale e su una alta che si trova nel rivestimento del tetto. Pochi componenti inoltre, per non distrarre chi guida: un bel display tridimensionale e un volante sportivo senza tutti quei fronzoli che ormai troviamo sulla maggior parte delle auto e che alla fine tolgono quella vecchia, sana sensazione di stare a guidare una macchina sportiva. Sensazione che puntualmente arriva nel momento in cui si accende il motore. Gli attuali proprietari dei 33 esemplari hanno avuto la possibilità di scegliere fra un benzina biturbo V6 da oltre 620 Cv e una configurazione totalmente elettrica da 750 Cv. Nel primo caso la velocità massima è di 333 km/h, mentre la versione alla spina arriva a 310 orari. Entrambe però bucano i classici 0-100 km/h in meno di 3 secondi. Appena si aprono le danze la macchina si posiziona nella modalità di guida denominata ‘Strada’: resta cioè pur sempre un bolide, ma dai contorni ‘umani’ e gestibili. Basta però premere il pulsante ‘Pista’ che viene voglia di infilarsi casco e tuta ignifuga: la potenza è massima, i pedali diventano ancora più reattivi, le sospensioni rigide e, addirittura, si può decidere di disattivare il controllo della trazione. Avete presente Dr.Jekyll e Mr.Hyde? Moltiplicate per due. “Con la nuova 33 Stradale abbiamo voluto creare qualcosa che fosse all’altezza del nostro passato, di cui gli alfisti potessero essere orgogliosi”, dice con soddisfazione Jean-Philippe Imparato, chiudendo con una promessa: “È la nostra prima fuoriserie dal 1969, e vi assicuro non sarà l’ultima”.

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