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Terzo settore: un cambio di passo per l’imprenditoria sociale

Nel nostro Paese esiste un segmento di imprenditoria forse ancora poco valorizzato, ma con un grande potenziale. Si tratta del Terzo Settore, che racchiude le attività di interesse collettivo senza scopo di lucro, sviluppate dalle organizzazioni non profit che non rientrano né nella sfera dell’impresa capitalistica tradizionale, né in quella delle ordinarie amministrazioni pubbliche.

L’Italia può attualmente contare su una serie di misure per il rilancio economico, prima tra tutte il Pnrr, che richiedono la creazione di una nuova rete di alleanze tra tutti gli anelli pubblici e privati al fine di garantire la messa a terra degli investimenti. La crisi pandemica da Covid-19 ha reso più evidenti le problematiche preesistenti e ha comportato una vera e propria rimodulazione della quotidianità a livello globale. La situazione sanitaria ha portato con sé nuove esigenze e opportunità e investito tutti i settori economici, industriali, sociali.

In questo contesto, nonostante la crisi, il Terzo settore ha comunque registrato una crescita, rivelandosi decisivo nel processo di ripresa del Paese e divenendo anche oggetto di importanti interventi di regolamentazione. Già dal 2017 il legislatore si era occupato di una sua riforma, dando vita, ad esempio, al Registro Unico Nazionale (Runts) presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, al Consiglio Nazionale del Terzo Settore quale organismo consultivo nazionale e alla Cabina di regia istituita con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri come organismo di raccordo tra Governo ed Enti del Terzo Settore (ETS).

Per comprendere appieno la portata e le potenzialità del no profit è sufficiente osservare i dati che ne scandiscono l’evoluzione. Le ultime rilevazioni dell’Istat mostrano che le organizzazioni non profit italiane sono circa 364mila e occupano complessivamente 870mila dipendenti, con un ritmo di crescita maggiore nel periodo 2018/2019 (+0,9%) rispetto ai due anni successivi (0,2%), mantenendo un costante incremento annuo dei dipendenti (+1%) in tutto il periodo.

Il Terzo Settore ha retto il confronto con gli altri ambiti economici, registrando addirittura una leggera crescita, soprattutto nell’area del Mezzogiorno, mettendo in luce una disomogeneità di crescita a livello geografico: 1,7% al Sud, + 0,6% nelle isole, stabili al Centro e al Nord-Ovest e infine -0,5% a Nord-Est. Analogamente, è possibile osservare che anche il tasso di occupazione mostra una crescita positiva su tutto il territorio nazionale, in particolare nelle isole (+5,1%), seguite dal Centro (+2,7%) e dal Sud (2,1%); solo il Nord-Ovest presenta un andamento negativo (-1,0%).

A fronte di questi dati, vi sono alcuni rilevanti aspetti da sottolineare. In primo luogo, il valore economico complessivo dell’economia sociale in Italia è stimato in circa 80 mld di euro, pari al 5% del Pil. Tra i segmenti del comparto no profit con il maggiore apporto al Pil figurano il mondo dello sport (33,1%), seguito dalle iniziative culturali e artistiche (16,9%), dalle attività ricreative e di socializzazione (13,6%) e infine dall’assistenza sociale e dalla protezione civile (9,5%).

È, dunque, innegabile il prezioso contributo alla crescita ed è pertanto doveroso interrogarsi sulla nostra reale capacità, come sistema-Paese, di supportare al meglio lo sviluppo di questo enorme potenziale.

In particolare, sarebbe opportuno impegnarsi nella realizzazione di un cambio di passo che guardi al Terzo Settore non più solamente in un’ottica di sussidiarietà, ma anche e soprattutto come fattore di sviluppo dell’imprenditoria. Per concretizzare tale progetto, è necessario lavorare a monte sul concetto stesso di impresa sociale e poter contare su specifiche misure di sostegno pubblico e su un maggiore supporto del sistema bancario.

Sarà necessario prevedere strumenti di supporto adeguati e nuove opportunità in termini di finanziamenti agevolati da parte degli attori pubblici. Essenziale sarà, inoltre, favorire l’accesso al credito da parte del sistema bancario attraverso un’offerta di prodotti e servizi dedicati, non solo per stimolare la crescita del Pil, ma anche per rafforzare il tessuto sociale del Paese.

*Founder & Managing Director Futuritaly

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