Conscious Technology for a Brighter Tomorrow. Si è chiuso a Dubai l’evento mondiale di Acer. La città delle mille luci che non si spengono mai, delle strade intasate dal traffico, dei complessi edilizi tirati su in tempi record, opere d’ingegneria formidabili.
Proprio a Dubai, in queste settimane, si è svolta la 28esima Conferenza sul Clima, COP28. Ospitare una Conferenza sul Clima in un luogo in cui, a pochi passi, si estrae da più di cinquant’anni il petrolio può forse sembrare un leggero controsenso. Ed è qui che, a latere di questo evento mondiale Acer ha svelato al mondo il suo concetto di “tecnologia consapevole”.
Azienda leader del settore ICT conosciuta ai più (possiede un’elevata brand awareness), sta ora cercando di accrescere la sua popolarità (brand reputation) investendo sulla sostenibilità ambientale dei prodotti e dei suoi modelli di business. “I cambiamenti climatici sono la sfida più grande che l’umanità si trova innanzi” spiega il Ceo di Acer, il taiwanese Jason Chen. E lui che sta spingendo l’azienda che dirige, tra le prime nel campo, a differenziarsi e assumere comportamenti più virtuosi per la tutela dell’ambiente.
Un settore, quello ICT, fortemente inquinante. Dal processo estrattivo a quello produttivo, dal packaging al sistema logistico per poi arrivare allo smaltimento, i dispositivi digitali sono potenzialmente delle bombe ecologiche pronte ad esplodere. Secondo un recente studio pubblicato da Science Direct, tale settore rappresenterà nel 2040 ben il 14% di tutte le emissioni globali. Un processo produttivo che si snoda, altresì, attraverso una lunga catena del valore con l’entrata in gioco di molteplici fornitori esterni che Acer sta cercando di convertire, al contempo, alla missione della sostenibilità.
Acer ha scelto di ridurre al minimo la sua impronta di carbonio e nell’arco di cinque anni ci è riuscita, ponendosi obiettivi sempre più ambiziosi. Innanzitutto, nel 2020 le emissioni sono scese del 60%, mentre nel 2021 il 45% dell’energia utilizzata dall’azienda proveniva da fonti rinnovabili. L’obiettivo, però, è ben più ambizioso: approvvigionarsi del 100% a partire da rinnovabili entro il 2035. Un traguardo temporale importante ma fortemente voluto da Acer dal momento che il gruppo, insieme ad altre grandi aziende, partecipa all’iniziativa RE100 impegnandosi a raggiungere l’obiettivo del 100% di energia pulita nell’arco di 10 anni circa. E sapete di più? La missione si potrà dire compiuta se davvero entro il 2050 Acer giungerà alla famigerata neutralità climatica, come ha promesso.
Naturalmente, anche i fornitori critici esterni sono coinvolti in questa rivoluzione ambientale. L’80% di essi rispetta vincoli più stringenti nella tutela ambientale. Ma, come fa Acer a supervisionarli tutti? Ce lo siamo fatti spiegare. Molto semplicemente attraverso codici di condotta ben precisi, al rispetto dei quali viene vincolato il prosieguo del rapporto commerciale con i principali fornitori, insieme ad audit continui e report compilati con cadenza regolare. Infine, anche il packaging è stato investito da questa rivoluzione “verde”: infatti ben l’85% dell’imbottitura dei notebook è costituita da polpa di cellulosa riciclata. Inoltre, i PC di Acer vengono prodotti a partire dal 60% di plastiche riciclate e commerciati in giro per il mondo da navi mercantili alimentate a biocombustibile.
Una tutela ambientale, quindi, che non si esaurisce nella produzione, ma che finisce per coinvolgere tutte le fasi di vita del prodotto sino al suo famigerato “spegnimento”. Contro l’obsolescenza programmata, i PC Acer sono assemblati con viti standard e dunque concepiti per essere smontati, riparati e aggiornati. “L’obiettivo è quello di allungarne sempre di più il ciclo di vita” dice il vicepresidente di Acer, Emmanuel Fromont, “Già in Europa sono diversi i centri nati per recuperare questi prodotti. Li aggiornano, dandogli nuova vita” chiosa Fromont. Un obiettivo che si inserisce in uno più ampio di circolarità, l’unica via percorribile in un mondo dalle risorse scarse e limitate.
Partire dai prodotti, tuttavia, è sicuramente necessario ma non sufficiente. La salvaguardia del pianeta passa anche attraverso comportamenti quotidiani più responsabili e consapevoli, ecco perché Acer promuove da anni l’iniziativa Project Humanity, incoraggiando i propri dipendenti a seguire dei comportamenti virtuosi anche nei luoghi di lavoro per proteggere l’ambiente. All’esterno con l’iniziativa Earthion, il gruppo sprona invece i suoi collaboratori più stretti a obiettivi di sostenibilità ambientale sempre più ambiziosi, come l’alleanza con Microsoft testimonia da molti anni. L’azienda americana era per altro presente all’evento per dare il suo sostegno alla “tecnologia consapevole” che Acer ha lanciato a Dubai.
Un’ambizione animata dalla visione del Ceo del gruppo, Jason Chen. Un manager che ci crede, è appassionato, si batte per cambiare la sua azienda e a imprimere una svolta all’intero settore.
La sfida è ora quella di rendere questi prodotti competitivi e sostenibili anche da un punto di vista economico, in modo da renderli più attrattivi in un mercato spietato, che non fa sconti a nessuno. Acer ha compreso quello che può essere oggi il suo vantaggio competitivo: la sostenibilità ambientale. In un contesto sempre più sensibile all’ecosostenibilità, Acer vuole emergere come pioniera in una corsa collettiva per la salvaguardia del nostro pianeta. La sua iniziativa forse anticipa quelle che speriamo saranno le mosse di altre realtà analoghe chiamate a contribuire attivamente alla causa ambientale. Insomma un passo ispiratore che ci invita tutti a fare la nostra parte, diventando così co-responsabili del futuro del nostro mondo.
In un’epoca in cui la sostenibilità ambientale è al centro dell’attenzione globale, perseguire pratiche sostenibili non è solo una responsabilità etica, ma anche un affare vantaggioso sia per le aziende che per i cittadini consapevoli.
