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Vendita rete TIM a KKR: Vivendi al contrattacco con azioni legali

L’acquisizione della rete TIM da parte di KKR, che sembrava procedere senza intoppi, è ora minacciata dalla mossa decisa di Vivendi, azionista di maggioranza contrario all’operazione. Il “fuoco che cova sotto la cenere” diventa evidente con l’iniziativa legale intrapresa da Vivendi per far valere il proprio ruolo e i propri diritti nel processo di vendita.

Sebbene i passaggi istituzionali siano quasi completi, manca ancora il cruciale via libera dell’Antitrust europeo. Tuttavia, la mossa di Vivendi ha gettato una nuvola d’incertezza sulla procedura, con il timore che possa rallentarne il corso. In risposta alle voci di questa iniziativa legale, fonti vicine a Vivendi non hanno rilasciato commenti ufficiali, sottolineando la riservatezza del documento e confermando solo che l’azionista “ricorrerà in tutte le sedi” per far valere le sue ragioni.

La lettera inviata da Vivendi sembra essere parte di una strategia legale incentrata sulla mancata attivazione del comitato parti correlate da parte di TIM e sulla mancata approvazione assembleare nel processo di cessione di NetCo. La questione coinvolge anche il coinvolgimento del Ministero dell’Economia, creando ulteriori complicazioni nel quadro complessivo dell’operazione.

TIM ha subito una flessione in Borsa, registrando la performance peggiore sul listino (-1,9% a 0,28 euro), alimentando i timori degli investitori riguardo a potenziali ostacoli alla vendita della rete. La lettera di Vivendi sembra essere parte di una battaglia legale più ampia, mirata a dimostrare l’illegittimità della decisione presa dal consiglio di amministrazione il 5 novembre sulla vendita.

I francesi hanno anche presentato ricorso al Tribunale di Milano, chiedendo di essere ascoltati in una prima udienza il 22 aprile. Questa mossa giuridica potrebbe causare ulteriori ritardi nel processo, influendo sull’analisi dell’Antitrust europeo e, di conseguenza, sul closing dell’operazione.

Il scenario giuridico si complica ulteriormente con la possibilità di richieste di sospensiva d’urgenza, che potrebbero rallentare l’esecuzione dell’operazione. L’udienza prevista per il 22 aprile potrebbe portare a un terremoto giuridico, creando turbolenze nella programmata assemblea sul bilancio.

La tensione tra le parti coinvolte si intensifica, mentre gli avvocati di TIM avranno tempo fino a metà febbraio per studiare una difesa solida prima della scadenza per la costituzione in giudizio e la presentazione delle memorie. In un contesto già complesso, l’esito di questa battaglia legale potrebbe avere un impatto significativo sul futuro di questa operazione di vendita cruciale.

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