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L’economia italiana mostra resilienza, crescita dell’0,7% nel 2023

L’economia italiana ha continuato a mostrare resilienza nel 2023, registrando una crescita dell’0,7% nonostante le difficoltà derivanti dalle due guerre in corso, la recessione tedesca e il rallentamento generale dell’Eurozona. Nel quarto trimestre del 2023, l’Italia ha sorpreso gli analisti con una crescita dello 0,2%, accelerando rispetto al +0,1% dei tre mesi precedenti.

Intesa Sanpaolo ha indicato che la corsa finale al Superbonus, in vista dell’addio definitivo a questo maxi-incentivo per le costruzioni, potrebbe aver contribuito a trainare l’economia italiana. L’Istat ha evidenziato anche il contributo della domanda estera a questo risultato positivo.

Nonostante il timore di una recessione, l’Italia è riuscita a evitare tale rischio all’ultimo secondo, chiudendo il 2023 con una crescita appena sotto lo 0,8% indicato nella Nadef prima dello scoppio della guerra tra Israele e Hamas. Questo risultato supera la media dell’Eurozona, certificata da Eurostat, che ha registrato uno stallo nel quarto trimestre del 2023.

Durante l’anno, l’economia italiana ha bilanciato la variazione sottozero della Germania (-0,3%) e quella nulla della Francia, superando la media di crescita di Eurolandia e la preoccupante contrazione della Germania.

La Spagna è emersa come una sorpresa positiva nel vecchio continente, contribuendo significativamente con una crescita del 0,6% nel trimestre e del 2,5% nell’intero anno, superando le previsioni del governo di Madrid.

Ora, con l’attenzione che si sposta sull’anno appena cominciato, il contesto internazionale rimane complesso a causa delle guerre in corso, dell’incertezza sull’economia cinese e dei dubbi sui tempi e i modi della discesa dei tassi di interesse.

Le previsioni ufficiali del governo italiano, ferme alla Nadef, indicano una crescita dell’1,2% per il 2024. Tuttavia, il Fondo monetario ha rilanciato la sua previsione, limitando l’aumento del PIL italiano allo 0,7%, 0,5 punti percentuali sotto la stima del governo. Il ritorno a ritmi di crescita superiori all’1% è ora programmato per il 2025.

Considerando il contributo dello scorso anno, la crescita del 2024 è definita “tutta da costruire” da Confcommercio. Gli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) saranno cruciali in questo contesto.

Confesercenti evidenzia il ruolo dei consumi nel 2023 e sottolinea che, con la contrazione dei risparmi, questa tendenza potrebbe non durare indefinitamente. Le ultime stime di Legacoop indicano un aumento del PIL nel 2024 in rallentamento allo 0,4%, principalmente a causa della debolezza dei consumi delle famiglie.

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