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Lavoro domestico in Italia nel 2022, impatto di oltre 1% sul Pil

Il lavoro domestico, sebbene caratterizzato da una produttività relativamente bassa rispetto ad altri settori, contribuisce positivamente al Pil italiano con un 1%. Tuttavia, il rapporto evidenzia che la quota dei lavoratori domestici regolari è diminuita del -7,9% rispetto al 2021, con una perdita di 76.548 lavoratori. Questo declino è attribuito all’esaurimento degli effetti della sanatoria che ha permesso la regolarizzazione di molti lavoratori domestici stranieri. I dati sono quelli dell’Osservatorio Domina che si è occupato del rapporto nazionale e regionale presentato al Senato della Repubblica.

La spesa delle famiglie per il lavoro domestico ha subito una diminuzione per la prima volta, interrompendo un trend crescente dal 2017. Considerando l’intero contingente di lavoratori domestici, la spesa delle famiglie ha raggiunto i 14,3 miliardi di euro, di cui 7,7 miliardi per le badanti e 6,6 miliardi per le colf.

Il settore è caratterizzato da una forte presenza straniera, rappresentando il 69,5% del totale, con una prevalenza femminile dell’86,4%. Negli ultimi anni, si è verificato un aumento sia della componente maschile che di quella italiana.

A livello territoriale, la Lombardia spicca producendo il 21,5% del Pil del lavoro domestico italiano. Il rapporto sottolinea il ruolo fondamentale delle famiglie come attori del welfare, sottolineando che il loro impegno come datori di lavoro si traduce in un risparmio per le casse pubbliche. Ad esempio, senza la spesa delle famiglie, necessaria per garantire l’assistenza domiciliare, lo Stato dovrebbe spendere circa 19,8 miliardi di euro in più per la gestione in strutture di quasi 1 milione di anziani. Azzerando completamente l’indennità di accompagnamento, la spesa pubblica salirebbe addirittura a 33,3 miliardi di euro.

Durante la presentazione dell’indagine al Senato, Aniello Pisanti, responsabile della Direzione centrale vigilanza e sicurezza del lavoro dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, ha suggerito che è allo studio un bonus per la copertura del costo dei lavoratori domestici. Questo bonus potrebbe assumere la forma di un’esenzione dai contributi, con alcune limitazioni, per chi assume badanti, rappresentando un potenziale supporto per le famiglie italiane coinvolte nel settore del lavoro domestico.

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