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Effetto Superbonus, vola il deficit italiano nonostante la crescita del Pdl

L’eredità del Superbonus continua a pesare pesantemente sui conti pubblici italiani, con conseguenze ben più gravi di quanto previsto. Il governo, sin dall’inizio, ha riconosciuto gli squilibri creati da questa maxiagevolazione, attribuendo la sua avversione proprio al suo impatto eccessivo sulle finanze statali. Tuttavia, sembra che i calcoli sull’effettivo impatto dei bonus edilizi abbiano superato, in modo negativo, le già pessimistiche previsioni.

Il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti (nella foto in evidenza), ha riconosciuto che l’impatto dell’irresponsabile stagione del Superbonus ha avuto conseguenze gravi nel 2023, andando oltre le aspettative già negative. Tuttavia, ha assicurato che il governo ha cambiato rotta, adottando un approccio di ragionevole sostenibilità per affrontare la situazione. Al Ministero dell’Economia, tuttavia, avrebbero preferito avere una comprensione più chiara di questa situazione con un margine temporale più ampio.

Nel 2023, il deficit italiano si è fermato al 7,2%, una cifra inferiore rispetto al 2022 ma ancora lontana dal 5,3% stimato dal governo nella Nadef. Nonostante una crescita del PIL leggermente superiore alle aspettative, l’economia italiana ha faticato a gestire l’impatto del Superbonus sui conti pubblici. La crescita è riuscita a incidere positivamente sul debito, che è diminuito in modo significativo, ma poco è stato fatto per quanto riguarda il deficit.

La corsa a chiudere i cantieri prima dello stop al 110% ha portato a un importo di spesa superiore alle attese nel 2023, causando un’impennata dell’indebitamento. Di conseguenza, la premier Giorgia Meloni ha recentemente lanciato l’allarme, affermando che il costo del Superbonus potrebbe arrivare a 160 miliardi di euro, un aumento rispetto alle stime precedenti della Ragioneria.

L’interlocuzione tra Istat ed Eurostat continua, con una possibile conclusione attesa ad aprile. Se si dovesse distribuire il carico negli anni, ciò potrebbe alleviare i conti del 2022 e del 2023 ma aprirebbe nuove incertezze per il futuro. Nel frattempo, nel 2024 i conti dovranno comunque essere aggiornati nel Def, e anche se il Superbonus non dovrebbe incidere quanto in passato, una riduzione dal 7,2% dello scorso anno al 4,3% attualmente stimato nella Nadef sarebbe significativa.

Nonostante l’instabilità geopolitica, l’economia italiana ha retto e l’inflazione sta mostrando segni di stabilizzazione. La Bce ha sottolineato che un taglio dei tassi è prematuro, ma una riduzione del costo del denaro nel corso dell’anno potrebbe dare una spinta all’economia. Tuttavia, il clima politico, influenzato dalle recenti elezioni regionali, si surriscalda, con i Cinquestelle che difendono il Superbonus. Emiliano Fenu, esponente del partito, ha sottolineato che il Superbonus ha portato a una riduzione significativa del debito pubblico e ha invitato il Ministro Giorgetti a concentrarsi su altre questioni, come il buco di bilancio che l’UE potrebbe richiedere di coprire.

In conclusione, l’eredità del Superbonus continua a rappresentare una sfida significativa per l’economia italiana, con il governo che cerca di trovare soluzioni per gestire l’impatto sui conti pubblici e stimolare la crescita economica.

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