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Bitcoin da record. Cosa è cambiato rispetto al 2021

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Il record da superare era quello arrivato durante l’epoca della pandemia, brevemente raggiunto ieri: 69mila dollari di quotazione in cui il Bitcoin sembrava, per tanti investitori, l’El Dorado.

Da allora sono arrivate tante cadute rovinose (come quella di Ftx) e inverni crypto durante i quali la parola ‘bolla’ è stata pronunciata più volte. Ora, nell’anno dell’introduzione degli Etf sulle criptovalute, la regina di tutte le monete virtuali si sta prendendo una rivincita: il Bitcoin ieri ha infatti sfondato il tetto dei 69mila dollari di valutazione. Bisogna tornare a fine 2021 per raggiungere livelli simili.

Intanto la capitalizzazione totale aveva già superato i 1.300 mld di dollari, superando il massimo precedente a 1.270.

Cosa è successo? Le motivazioni per un nuovo record sono totalmente diverse rispetto al boom di tre anni fa.

Esiste ancora una pericolo ‘bolla’?

Secondo gli analisti, quindi, la possibilità di superare stabilmente  i 69mila dollari c’è.

Si è registrato un aumento di valore del 50% da inizio anno. E il Bitcoin aveva già raggiunto o superato “i livelli record del 2021 nel prezzo nei confronti di molte valute”, spiega a Fortune Italia Gianluigi Ballarani, co-founder di Human data Income. Il Bitcoin infatti ha raggiunto i suoi massimi storici nel caso di euro, sterline e yen.

Oggi sembra più difficile parlare di ‘bolla’. “Dipende dalla prospettiva. La tecnologia blockchain e la crescente adozione di Bitcoin come riserva di valore e mezzo di scambio aggiungono un livello di sostegno al suo prezzo che non esisteva in precedenza. Di fatto sta diventando una sorta di moneta di internet, una riserva mondiale di valore compresa e accettata da sempre più persone”, dice Ballarani.

Bitcoin, 2021 vs 2024

Nel 2021, l’anno dei boom tecnologici post pandemici (dagli Nft al metaverso), la quotazione del Bitcoin toccò vette che ora vengono raggiunte per motivi totalmente diversi.

Tre anni fa il periodo pandemico e le restrizioni anti-Covid hanno contribuito all’espansione del pubblico del trading, anche di criptovalute. Oggi ad attirare gli investimenti c’è l’ingresso in campo di grandi attori ‘istituzionali’.

Non si tratta quindi di ‘frenesia’ del mercato come nel 2021 ma di aumento di domanda, secondo molti analisti. I Bitcoin Spot Etf sono sicuramente un fattore: da quando sono stati approvati hanno raccolto decine di miliardi. E la valutazione delle criptovalute è aumentata di più del 30%.

Ora, secondo la piattaforma CoinGecko, le crypto valgono più di 2,6 trilioni di dollari. In questo caso i numeri del 2021 sono lontani: la capitalizzazione totale era arrivata a 3.000 mld. Ma la quota di valore del Bitcoin rispetto al resto delle crypto (1,3 trilioni sui 2,6 totali) è aumentata sensibilmente.

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Intanto i grandi fondi negoziati in borsa (ETF) sul Bitcoin hanno attirato ancora più interesse la scorsa settimana, quando in un giorno i tre fondi più popolari, gestiti da Grayscale, Fidelity e BlackRock hanno visto scambiare 110 milioni di azioni.

Dall’approvazione della Sec del 10 gennaio scorso gli Etf di BlackRock e Fidelity Investments (tra tutti gli Etf Bitcoin soprannominati ‘newborn nine’), hanno raccolto il 79% del flusso di investimenti.

Incide quindi l’accesso sicuro agli asset digitali e quello degli investitori istituzionali, proprio grazie gli Etf. Inoltre, anche le criptovalute seguono le logiche del resto del mercato, e il rialzo è anche dovuto alle attese sul trend in discesa dei tassi d’interesse decisi dalle banche centrali.

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Il fattore halving

Va considerato poi il fenomeno dell’halving: il quarto ‘dimezzamento’ della storia, per la catena blockchain del Bitcoin, avverrà ad aprile.

L’halving infatti dimezza il numero di token ricevuti in premio dai miner per la creazione di ‘blocchi’ sulla blockchain della moneta, influendo sulla ‘scarsità’ del bene Bitcoin, e determinandone un aumento del prezzo.

“La scarsità di Bitcoin è una delle sue caratteristiche fondamentali, derivante dal suo protocollo che limita il numero massimo di monete a 21 milioni”, spiega Ballarani. Con una quantità finita di Bitcoin disponibile e “un interesse crescente sia da parte degli investitori individuali che istituzionali, il principio economico di base della domanda e dell’offerta suggerisce che il prezzo di Bitcoin potrebbe continuare a crescere nel tempo”, dice Ballarani, che ricorda comunque come sia importante capire i meccanismi alla base del bitcoin: “È sempre bene  non investire in ciò che non si capisce. Come si dice sempre, ‘non comprare bitcoin, studia bitcoin’”.

Tra gli analisti, quelli di JpMorgan hanno ipotizzato che l’halving potrebbe anche avere un effetto contrario: l’aumento dei costi di produzione dei Bitcoin per i miners potrebbe portare a una mega-correzione al ribasso per il prezzo della criptovaluta.

Bitcoin e la tempesta perfetta

Nel 2024 potrebbe esserci una tempesta perfetta per il Bitcoin? Intanto, guardando ai numeri degli ultimi giorni, il Ceo di Conio Christian Miccoli si aspettava che “succedesse tutto questo per vari motivi, intanto per il ciclo halving che sta arrivando a conclusione tra 50 giorni”.

Perché l’halving è così importante? Di solito poco prima del dimezzamento per il Bitcoin “comincia a salire il prezzo e poi 6 mesi, un anno dopo si raggiunge il picco”, dice Miccoli. “Quindi è un fattore che potrebbe spingere ancora il prezzo nei prossimi mesi. Poi naturalmente c’è l’elemento Etf, che ha sdoganato il Bitcoin, ma anche un’altra cosa: il fattore di disturbo di tutte quelle attività crypto che adesso per fortuna non ci sono più, o quasi”.

Insomma, “quello che sta facendo il mercato oggi è un qualcosa di molto più sano rispetto a quanto successo nel 2021, e questo fa pensare che questa crescita sia solo agli inizi”, dice Miccoli. Ora “ci si può aspettare che a cavallo dell’halving ci sia una domanda che sale; potrebbe esserci una correzione, ma poi la pressione di acquisto dovrebbe continuare”.

E sul lungo termine? Difficile fare previsioni, ma secondo Miccoli le prospettive di crescita sono tante: “Il mercato non è assolutamente saturo. In 15 anni di storia del Bitcoin la domanda potenziale vera non si è ancora minimamente avvicinata a quella di un mercato saturo come quello dell’oro”.

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