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Gruppioni (IV): serve una legge sull’educazione digitale

Tra i partecipanti alla dodicesima edizione della Leopolda c’era anche l’onorevole Naike Gruppioni, che ha organizzato l’incontro “Riforma digitale a partire dalla scuola.” Con l’occasione, la deputata di Italia Viva ha lanciato il suo progetto di una proposta di legge per inserire l’educazione digitale come materia scolastica nelle scuole primaria e secondaria, un passo ritenuto necessario per restare al passo con i tempi e. l’Europa, formare i giovanissimi sul valore di ciò che viene fatto con il digitale , dei vantaggi e dei pericoli del web e aiutare le famiglie con uno bonus digitale per sostenere le spese ormai obbligatorie da sostenere per la formazione e la integrazione sociale dei figli.

Onorevole, ci parli della sua proposta di legge.
Certo, nel contesto di un mondo in continua evoluzione, dove le tecnologie digitali hanno assunto un ruolo centrale nella nostra vita quotidiana, è imperativo che il sistema educativo si adatti per fornire agli studenti le competenze necessarie per comprendere, valorizzare ed utilizzare in modo produttivo e responsabile il mondo digitale. In risposta a questa esigenza, propongo l’introduzione di una nuova materia nelle scuole primarie e secondarie, che verrà chiamata: Educazione Digitale. L’Educazione Digitale non si limita ad insegnare e valorizzare l’uso degli strumenti digitali, ma si estende a fornire ai bambini una comprensione completa dei comportamenti online, dei rischi e dei vantaggi associati alla tecnologia, oltre al volere del loro ruolo e identità all’interno del mondo digitale. Attraverso un approccio interattivo e coinvolgente, miriamo a creare la base formativa che consenta agli studenti di sviluppare competenze e coscienza digitale con una consapevolezza di sé e degli altri all’interno del mondo virtuale fin dai primi anni della loro istruzione.

Questo percorso educativo cosa si propone?
Preparare i bambini ad affrontare il mondo digitale con fiducia, responsabilità e consapevolezza. Dall’apprendimento delle tipologie di strumenti esistenti, alla comprensione delle implicazioni personali nei rapporti costruiti all’interno del mondo virtuale delle politiche online. L’Educazione Digitale mira a fornire gli strumenti necessari per navigare consapevolmente nel vasto oceano digitale. Attraverso i case history, i laboratori interattivi e l’insegnamento di modelli tecnici, vogliamo fornire stimoli e strumenti che incoraggino e tutelino i bambini nell’esplorare in modo sicuro gli strumenti digitali.Dobbiamo insegnare loro il valore della parola scritte in una chat. Il nuovo codice di comunicazione deve avere un volto umano, non bisogna sottovalutare l’impatto emotivo dovuto al cambiamento di comunicazione.

Il ruolo dei genitori? Altre figure?
Verranno coinvolti e sensibilizzati in questo percorso formativo, avendo un ruolo cruciale nella crescita dei figli. Dovrà essere inserita all’interno degli istituti quella che nell’internet si chiama “figura di moderatore”, che dovrà essere garante in ogni istituto, dei sistemi di comunicazione digitale integrati nella proposta formativa, ed essere l’interfaccia punto di riferimento di alunni e genitori, che oggi obbligatoriamente sono inseriti in un percorso scolastico e di comunicazione integrato, senza un punto di riferimento. L’Educazione Digitale non è solo l’inserimento o un adattamento alla realtà tecnologica che oggi stiamo già vedendo, ma una valorizzazione delle esperienze per il futuro. Attraverso questa iniziativa, cresciamo cittadini responsabili nell’era digitale, consapevoli e capaci, pronti ad affrontare le sfide ed accogliere le opportunità offerte, senza perdere di vista la propria individualità e vivendo nel rispetto degli altri.

Come nasce l’idea?
L’idea nasce dalla necessità ormai non più trascurabile, di formare i giovani e chi li circonda, all’uso consapevole della tecnologia, fornendo loro le competenze necessarie fin dai primi anni di istruzione, creando una base formativa solida che includa non solo l’uso degli strumenti digitali ma anche la comprensione delle implicazioni personali e sociali connesse alla tecnologia ed all’uso delle parole, insegnando loro gli impatti che queste, se di natura dispregiativa, possono avere nei confronti dei ragazzi che le leggono.

Lei propone un bonus tecnologico, simile a quello del bonus libri, e una equiparazione fra scuole pubbliche e private in termini di possesso di strumenti digitali. Quanto potrebbe costare questa operazione?
L’introduzione dei dispositivi digitali nelle scuole segna una trasformazione significativa nel modo in cui gli studenti accedono e interagiscono con i materiali didattici. Questa transizione non solo migliora la qualità della proposta formativa, ma crea nuove opportunità per sviluppare le proprie potenzialità. Purtroppo, la scuola pubblica, vittima di numerosi tagli, non può competere con la forza economica degli istituti privati i quali, possono permettersi di investire nel digitale acquistando quei supporti tecnologici, ormai divenuti imprescindibili, per consentire ai propri studenti la migliore forma di apprendimento possibile. Questo genera una disparità sociale inaccettabile. È nostro dovere e volontà, attraverso questa proposta, consentire a tutti gli studenti, specialmente a coloro i quali provengono da famiglie meno abbienti, la possibilità di acquistare i dispositivi informatici avvalendosi di un incentivo. La stima effettiva del costo di tale manovra verrà affrontato nell’apposita sede di analisi, ora è complesso stimarne il costo, essendo la proposta in fase embrionale.

Da madre, quali ritiene siano i principali pericoli per i ragazzi online?
Sicuramente che i miei figli possano essere vittime di bullismo e cyberbullismo, oltre ad accettare, al momento del download di una app o durante l’iscrizione ad un sito, delle policy al cui interno vengono inserite delle clausole atte all’utilizzo delle loro informazioni personali per fini terzi. Ecco perché è fondamentale che i ragazzi vengano formati ed informati al fine di utilizzare la tecnologia in modo consapevole e responsabile.

Per inserire l’educazione digitale nella scuola primaria e secondaria servono formazione dei docenti e tempo. Potrebbe quantificare entrambi?
Si è voluta inserita la tecnologia nelle scuole, specialmente computers, tablet e lavagne interattive multimediali (LIM), tutti questi dispositivi sarebbero dovute servire a rendere le lezioni più chiare, interattive e semplici. Purtroppo, non è stato così, infatti all’avanzare dei supporti tecnologici non è susseguita la formazione del personale che avrebbe dovuto usare tali dispositivi, rendendo così vani questi strumenti. Oggi non possiamo fare finta di niente, tutto nelle scuole è elettronico, dal registro, al diario, alle pagelle. I docenti devono essere formati adeguatamente all’utilizzo di tutti i supporti tecnologici presenti nelle scuole, e questi devono altresì essere affiancati da delle figure professionali apposite, con compiti di ausilio ai docenti e punto di riferimento degli studenti, i “moderatori” di cui ho accennato nella precedente domanda. Il tempo necessario è di difficile calcolo, ma è nostro dovere impiegarne il meno possibile, prima iniziamo a formare i nostri giovani e prima avremo dei futuri cittadini che sappiano utilizzare la tecnologia in modo consapevole.

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