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Un team di legali per gli agenti immobiliari

Esperto di diritto civile, l’avvocato Massimiliano De Nisi (42) è il fondatore del Lawyers Network. Un team di avvocati che assicura un’assistenza multidisciplinare. Si rivolge soprattutto ai mediatori immobiliari, sia come singoli che organizzati in Agenzia, a cui dedica un’attenzione unica nel panorama legale.

Come, quando è nato il suo “Lawyers Network” e in cosa consiste?
Cinque anni fa ho deciso di mettermi in proprio ed ho costituito il De Nisi Lawyers Network. Ho fondato questo Network con lo scopo di lavorare in team con un gruppo di avvocati indipendenti, ciascuno con esperienze in specifici settori in modo da poter dare al cliente un’assistenza multidisciplinare che li soddisfi al 100%.

Vi rivolgete solo alle agenzie immobiliari o anche ad aziende e privati?
Il Network si rivolge sia a privati sia ad aziende. Personalmente, invece, mi dedico esclusivamente alle agenzie immobiliari, ad eccezione di qualche cliente storico che seguo ormai da un decennio. La passione per gli agenti è nata grazie ad Antonella Cennamo e alle 6 agenzie che fanno riferimento a lei. Cinque anni fa, infatti, Antonella mi ha proposto di lavorare al suo fianco e a quello dei suoi soci e dei suoi collaboratori. Così insieme abbiamo studiato una formula di assistenza e di supporto continuo per il mio studio, non legato solo ai casi spot di eventuali controversie legali. La cooperazione tra le doti relazionali e negoziali degli agenti e le competenze giuridiche dell’avvocato è risultata vincente ed è diventato il modello che oggi propongo di adottare con le nuove agenzie che richiedono i nostri servizi.

Gestite casi di immobili occupati abusivamente?
Se per immobili occupati abusivamente intende quelli di proprietà privata, occupati illegittimamente (senza titolo, con titolo scaduto, risolto o da risolvere) la risposta è affermativa. Non trattiamo casistiche di immobili della pubblica amministrazione occupati abusivamente.

Quali intoppi ed imprevisti legislativi e giudiziari rallentano il lavoro di vendita di un immobile pignorato?
Quando un immobile è pignorato è anzitutto necessario comprendere, per l’Agenzia immobiliare, se sarà proficuo prendere un incarico di mediazione, oppure se vi è il rischio di investire tempo e risorse per un incarico che si doveva ritenere impossibile sin dal principio. Va quindi eseguita una valutazione preliminare e, in funzione di questa, l’avvocato può accedere a molti più dati rispetto all’agente. Ne basta uno su tutti: il legale può accedere al fascicolo del Tribunale e, quindi, avere a disposizione tutta una serie di informazioni non altrimenti conoscibili, e con quelle valutare l’esistenza di “intoppi ed imprevisti” (quali, ad esempio, il numero elevato di creditori, i diritti di terzi sull’immobile, procedure esecutive in stato troppo avanzato per potere intervenire, abusi non sanati e non sanabili.)

Quanti casi di sfratto e pignoramento gestite in un anno?
I casi di vendite/trattative difficoltose che gestiamo sono oltre un centinaio all’anno. I casi strettamente legati a sfratti e pignoramenti sono invece molto meno, proprio perché le agenzie tendono ad evitare le cd. acquisizioni problematiche. La collaborazione che propongo alle agenzie è tesa a fare aumentare questo tipo di acquisizioni perché, con qualche accorgimento, anch’esse possono diventare sicure, quindi fonte di guadagno, oltre che un’occasione per distinguersi da altre agenzie. E molto spesso sono operazioni “win-win” che soddisfano ancora di più i valori personali del sottoscritto.

Cos’è il successo per Lei?
Aiutare il prossimo è un mio valore assoluto. Legando questo valore al mondo del lavoro, reputo un successo la riconoscenza sincera delle persone con cui entro in contatto, che siano clienti, colleghi o collaboratori. E la riconoscenza, arriva dopo una collaborazione di successo.

In Italia lo stipendio degli avvocati è tra i più bassi in Europa. I giovani legali sono in crisi e le colleghe donne penalizzate. Fatturano fino a 40mila euro in meno degli uomini. Perché? Cosa ne pensa?
Fatico davvero a rispondere a questa domanda. Il mio cervello non mi consente nemmeno di ipotizzarlo un divario tra uomo e donna nel 2018 nel mondo del lavoro. Mi è quindi impossibile decifrare un fenomeno che mi risulta inspiegabile a prescindere.

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