Nel 2005 il gruppo Lego decise di vendere per 250 mln di sterline i suoi parchi divertimento Legoland alla Merlin Entertainments. La mossa, spiegò Jørgen Vig Knudstorp, l’Ad di allora, era necessaria per risollevare il colosso danese delle costruzioni giocattolo dalla crisi aziendale: le vendite erano in calo, i debiti si accumulavano. La bancarotta era un’ipotesi abbastanza verosimile. Quattordici anni dopo, Lego incassa 5,5 mld di dollari l’anno, ha diversificato il suo business puntando (anche) sul cinema, nel 2018 ha surclassato le entrate dei rivali Mattel e Hasbro. E, ora, si è ricomprata Legoland.
Per essere più precisi non si è comprata solo Legoland. L’alleanza tra Berkeley Bidco Ltd. (di proprietà di Kirkbi, la società di investimento della famiglia Kristiansen, che possiede Lego), Blackstone e dal fondo pensione canadese CPPIB ha infatti messo le mani non solo sui parchi divertimento dei mattoncini più famosi del mondo, ma anche su i musei delle cere di Madame Tussaud’s, il Peppa Pig World of Play, e il Coca-Cola London Eye. Cioè tutto il pacchetto del divertimento spalmato su 25 Paesi diversi e posseduto dalla Merlin Entertainments, che nell’affare è stata valutata 6 mld di dollari. L’alleanza si è presa anche il debito della Merlin (1,2 mld di sterline), una società da 28mila dipendenti in 130 parchi a tema, tra i quali l’italiano Gardaland, 67 milioni di visitatori nel 2018 e 1,65 mld di fatturato.

Kirkbi aveva già in portafoglio il 30% di Merlin, ma con l’acquisizione salirà al 50%, con Blackstone e CPPIB che controlleranno la quota restante. “Ci impegniamo a garantire che Legoland e le altre attività di Merlin raggiungano il loro pieno potenziale, che crediamo sia meglio perseguito con un’azienda non quotata, al fine di offrire esperienze fantastiche ai visitatori di tutte le età in tutto il mondo”, ha dichiarato Søren Thorup Sørensen, Ceo di Kirkbi.
Uscire dalla Borsa di Londra è stato consigliato anche da uno degli azionisti della Merlin, ValueAct Capital (che ha fatto notare come il valore delle azioni stesse scendendo) e sembra una strategia appoggiata anche dal chairman del colosso dei parchi a tema: Sir John Sunderland ha dichiarato (riportato dalla Bbc) che il consiglio di amministrazione ha raccomandato all’unanimità l’accordo agli azionisti dell’azienda. “La società ha generato un valore significativo dalla sua IPO (Initial Public Offering), con una significativa crescita delle entrate, degli utili e del flusso di cassa”, ha detto. Dalla Ipo del 2013 inoltre Merlin ha aumentato il numero di parchi da 99 a 130, inserendosi nel mercato di tre nuovi Paesi (da 22 a 25). “Questa offerta”, ha aggiunto Sunderland, “rappresenta un’opportunità per gli azionisti di Merlin di avere un ritorno in contanti per il loro investimento, a una valutazione interessante”.
L’operazione sembra aver accontentato tutti, per il momento. E restituisce ai Kristiansen, dopo 14 anni, l’intera proprietà di un marchio, Legoland, associato al resto del gruppo Lego dal 7 giugno 1968: il giorno dell’apertura del primo parco a tema dei mattoncini a Billund, in Danimarca.
