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Tabacco senza fumo: Philip Morris Italia centro di eccellenza mondiale per conquistare un miliardo di consumatori

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In occasione dei 10 anni del lancio del progetto Iqos, il sistema elettronico per il consumo d tabacco senza fumo, Philip Morris Italia ha presentato oggi a Milano il nuovo Iqos Iluma iPrime, dispositivo evoluto che scalda all’interno stick di tabacco appositamente progettati e offre nuove funzioni. “Grazie soprattutto a Iqos, in 10 anni abbiamo convertito oltre 36 milioni di clienti nel mondo al consumo di tabacco senza fumo – ha ricordato Stefano Volpetti, presidente Smoke-FreeInhalable Product & Chief Consymer Officer in Philip Morris International – In Giappone il 75% dei ricavi arriva gà da prodotti senza fumo, mentre a livello globale è il 38%. Il nostro obiettivo è arrivare entro il 2030 ad avere due terzi dei ricavi da questa generazione di nuovi prodotti in cui l’Italia vanta centri di ricerca, sviluppo e produzione di caratura mondiale”.

Luca Iannelli, Head of Smoke-Free Products Category della multinazionale statunitense, rivela che il tasso di conversione dei consumatori da prodotti tradizionali con combustione a prodotti ‘senza’ è in costante crescita: solo in Italia sono stati venduti oltre 3 milioni di kit e coinvolti 2 milioni di clienti.

A confermare il ruolo di attore del cambiamento che Philip Morris Italia riveste nel sistema economico nazionale, ma anche europeo e mondiale, gli investimenti recenti in tecnologie e persone messi in campo. “L’Italia è il primo produttore europeo di tabacco in Europa, un continente che vale il 27% della produzione globale – ha ricorda Marco Hannappel, presidente e AD di Philip Morris Italia – Da 20 anni sosteniamo oltre 1.000 imprese agricole italiane, con investimenti che entro il 2027 arriveranno a 2,5 miliardi di euro nello sviluppo di competenze, tecnologie e agricoltura di precisione. Abbiamo eliminato i carburanti fossili nelle attività sul campo, abbiamo fatto saving idrico pari al volume del Lago Maggiore, con l’obiettivo di realizzare sostenibilità economica e ambientale nella parte a monte della filiera.”

Ma è soprattutto nelle attività industriali che PMI rafforza il suo impegno in Italia: creati due Digital Information Service Center dedicati all’assistenza ai consumatori, a Taranto e a Marcianise (NA), e fra poco a Terni; hanno richiesto 180 milioni di investimenti per creare una volta a regime 700 nuovi posti di lavoro. Inaugurato lo scorso anno alle porte di Bologna il Centro per l’Eccellenza Industriale, un progetto da 400 milioni di euro dedicato alla progettazione e prototipazione non solo di stick e dispositivi di consumo esportati in 50 mercati, ma anche di fabbriche sul modello di quella emiliana, destinato ad essere adottato nei prossimi anni da tutti gli stabilimenti del mondo.
“Come coordinatore dell’Advisory Board degli Investitori Esteri, gruppo tecnico di Confindustria, credo che il Made In Italy possa essere sostenuto e sviluppato grazie agli investimenti delle multinazionali, come è stato il nostro caso; sono realtà operative nel nostro Paese non solo e non tanto per vendere prodotti ma per fare sviluppo, produzione ed esportazione: se Philip Morris Italia contribuisce allo 0.5% del PIL nazionale è perché è riuscita coinvolgere in modo continuativo e strutturato 8mila imprese, dall’agricoltura alla meccatronica, e a generare con questo modello un indotto occupazione diretto e indiretto di 41mila unità”.

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