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Fase3: il regno dei fantastiliardi

gualtieri economia stato

È ormai diventato una sorta di sport nazionale. Tutti a discutere dei 25 mld del primo decreto legge Cura Italia, dei 200 mld di garanzie sul credito offerti dallo Stato, dei 55 mld del decreto Rilancio. Ma poi: quanto ci tocca dei 100 mld del programma ‘Sure’ lanciato dalla Commissione europea? Almeno un’altra quindicina di miliardi. Ai quali si aggiungono i 37 mld del Meccanismo europeo di Stabilità, e i chissà quanti del futuro Recovery Fund. Per quelli fra di noi meno giovani, può essere utile trasformare in vecchie lire ad esempio i 55 mld di euro del decreto rilancio: 110 migliaia di miliardi, cioè 11 seguito da tredici zeri. Siamo entrati nel mondo dei fantastiliardi.

 

Ma allora, dov’è il problema? Lo Stato, che già aveva trionfalmente annunciato la sconfitta della povertà, penserà a tutto e a tutti. Per chi ha perso il lavoro ci saranno cassa integrazione, reddito di cittadinanza, reddito di emergenza o un qualche sussidio. Per chi non può mandare i figli a scuola, un bonus baby sitter, o un permesso retribuito. E perché no, un contributo per mandare i figli ai campi estivi o un altro bonus, quello per le vacanze. E, visto che ci siamo, diamo un bonus anche a chi acquista una bicicletta o un monopattino, o cambia il condizionatore di casa. Ce ne è anche per le imprese: se sono state costretta a non produrre, e se quando hanno riaperto fabbriche, negozi, uffici non c’è abbastanza domanda per i loro prodotti, lo Stato offrirà loro un credito garantito, ché tanto alla scadenza, se non rimborsato, sarà convertito in azioni, o sostituito da un contributo a fondo perduto… La panoplia degli strumenti utilizzati non è stata mai tanto ricca. Dunque, di nuovo, dov’è il problema?

 

È che, purtroppo, i soldi presi a prestito prima o poi vanno resi, e nel frattempo ci si paga un interesse. Qui interviene lo sciamano macro-economista: non c’è da preoccuparsi, dice. Questa grande messe di sussidi assicurerà che la domanda di beni e servizi si mantenga elevata; l’offerta seguirà, e così torneremo presto a un tasso di crescita che ci assicurerà le risorse per pagare gli interessi e alla scadenza rimborsare i soldi presi a prestito. Se solo fosse vero, ci potremmo mettere tutti tranquilli, e continuare a discutere di fantastiliardi. Senonché nell’oracolo dello sciamano ci sono due verbi problematici: seguire e tornare. Se l’offerta seguirà o meno dipende da molte variabili; fra le quali le imposte attese e i vincoli regolatori.

 

Uno Stato indebitato come non si era mai visto prima – così sarà dopo la spesa dei fantastiliardi – promette alte imposte future. Non proprio un viatico alla propensione a investire degli imprenditori. Quanto ai vincoli regolatori, bastano pochi esempi: barbieri e parrucchieri hanno potuto riaprire con nuove regole di prudenza sanitaria; il che ha creato file di attesa; non risulta che si sia pensato fosse necessario rimuovere le restrizioni orarie e settimanali ai loro servizi. Della vicenda delle mascherine meglio non parlare per carità di patria: nel Paese in cui la lettura di Manzoni è obbligatoria, non ci sarebbe voluto molto a comprendere quali sarebbero stati gli effetti catastrofici della fissazione di un prezzo massimo. Mentre il problema dei ‘tamponi’, i test per trovare i contagiati da Covid-19, si faceva tragico, la bella pensata è stata quella di proibire alle strutture private di fornire questo servizio. Se si vuole che l’offerta segua la domanda, sostenuta dai sussidi pubblici, è bene che si metta mano rapidamente a una drastica semplificazione del quadro regolatorio: ebbene sì, serve un po’ di micro-economia per evitare che l’oracolo dello sciamano macro economista si riveli del tutto falso. Poi c’è il verbo tornare: perché tornare al tasso di crescita economico precedente non è affatto una soluzione. Nel complesso degli ultimi 13 anni, in Italia quel tasso di crescita è stato negativo. Altro che fornire le risorse per pagare gli interessi e rimborsare il debito. Quand’anche la spesa pubblica riuscisse ad evitare la caduta della domanda, al più ci riporterebbe al pre-coronavirus, quando invece di andare avanti si andava indietro.

 

 

Si può continuare a seguire gli oracoli dello sciamano. O ci si può fermare a riflettere: nella storia dell’umanità, il miglioramento delle condizioni generali di vita delle persone è stato associato – sempre e solo – a una accresciuta libertà di produrre e scambiare, alla tutela dei diritti di proprietà, alla possibilità riconosciuta a ciascuno di godere i frutti dei propri successi, in cambio della responsabilità di farsi carico dei propri fallimenti. Non ci sono fantastiliardi che tengano.

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