Cerca
Close this search box.

Fmi: politiche italiane non compatibili con calo debito

Le politiche fiscali del governo italiano preoccupano il Fondo monetario internazionale, che ha lanciato moniti anche sulla mancanza di una riforma del mercato del lavoro, sull’efficienza del settore pubblico e della giustizia civile. “In Italia il nuovo governo preferisce misure sulle tasse e di spesa che, se attuate pienamente, potrebbero portare a una significativa espansione di bilancio”, ha affermato l’Fmi nell’Article IV sulla zona euro, un’espansione fiscale “in contrasto con la sostenibilità del debito”.

I paesi con elevato debito dovrebbero sfruttare la crescita in atto per ricostruire cuscinetti di bilancio, prevenendo così la necessità di futuri aggiustamenti forti più avanti. Inoltre, sempre secondo il Fondo, le priorità di riforma per l’Italia consistono nell’aumentare la concorrenza sui mercati dei prodotti e dei servizi, aumentare l’efficienza del settore pubblico e riformare il mercato del lavoro e il sistema della giustizia civile. Il Fondo ha raccomandato di ”allineare i salari alla produttività a livello aziendale, in modo di ridurre anche le disparità regionali dando chiara priorità ai contratti a livello aziendale e introducendo salari minimi fra le regioni, possibilmente differenziati. Gli sviluppi politici nazionali hanno mostrato la continua propensione ad agitare i mercati finanziari”.
“Le recenti difficoltà nel formare un governo in Italia hanno innescato un forte aumento degli spread accompagnato da un calo della liquidità sul mercato secondario”, ha affermato l’Fmi, definendo ”opache” le prospettive di crescita di medio termine dell’area euro.

Nonostante questo, proprio adesso “è il momento di rafforzare la resistenza dell’area euro e aumentare il potenziale di crescita di lungo termine. Nonostante il recente rallentamento e l’avvicinarsi della fine del quantitative easing, la crescita resta forte e le condizioni monetarie accomodanti. I paesi membri dovrebbero cogliere l’occasione per affrontare le sfide strutturali, ricostruire i cuscinetti di bilancio. L’intensificarsi dei rischi aumenta l’urgenza di azione”.

La ripresa dell’area euro infatti, anche se ”ancora forte”, sta ”rallentando” e una ”serie di rischi globali e interni” si addensano sull’outlook. Fra i rischi i dazi americani sull’acciaio e l’alluminio, ”shock politici a livello nazionale” e la mancanza di progressi sulla Brexit. Il Fmi prevede per l’area euro una crescita del 2,2% nel 2018 e dell’1,9% nel 2019. I dati più recenti suggeriscono che la ”ripresa ha superato il picco”. Il numero di giovani a rischio povertà nell’area euro, però, continua a salire. L’Fmi ha sottolineato che i giovani sono quelli più a rischio povertà fra tutte le categorie. ”C’erano poco più di 2,6 milioni di giovani disoccupati nell’area euro nel 2017, di cui 2 milioni o più del 77% concentrati in otto paesi di Eurolandia”, un dato che mostra il diverso andamento della ripresa fra i diversi paesi. Il Fondo monetario ha parlato anche della situazione britannica: ”Dalla Brexit non ci saranno vincitori. Un’integrazione debole post-Brexit” avrà un effetto negativo sull’Ue a 27. Il Fondo si dice ”abbastanza preoccupato: il tempo passa e non vediamo ancora chiarezza sui rapporti che ci saranno”. Il Fmi ha osservato, comunque, come la Brexit stia innescando una revisione del bilancio europeo e come questa sia un’opportunità per migliorarne l’efficienza.

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.