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Dl dignità e voucher, via libera da Alleanza Coop

Approvazione seppur con qualche riserva del Dl Dignità, “che premia chi investe”, e della reintroduzione dei voucher, poi una bacchettata alla Pubblica amministrazione il cui ritardo nei pagamenti “ha fatto fallire 100mila imprese negli anni della crisi”, ma anche l’allarme sulle “false imprese“. Sono alcuni tra i temi affrontati dall’Alleanza Coop nella sua assemblea nazionale, alla presenza del Vicepresidente del Consiglio e Ministro del lavoro Luigi di Maio, del presidente dell’Alleanza Maurizio Gardini e dei copresidenti Mauro Lusetti e Brenno Begani.
“Accogliamo con favore le norme che premiano chi investe in Italia e non delocalizza”, ha sottolineato l’Alleanza delle Cooperative. “Sul fronte lavoro, condividiamo l’obiettivo di contrastare la precarietà” anche se potrebbero ”esserci strumenti più efficaci della reintroduzione delle causali” che storicamente causano contenzioso. Serve poi “prudenza sulle norme transitorie”. Bene anche la reintroduzione in ‘giusta dose’ dei voucher: “è uno strumento utile e corretto, se controllato, tracciato e utilizzato in dosi giuste. Va però effettivamente limitato al solo lavoro occasionale ed è molto utile per far emergere il lavoro nero. Da monitorare l’uso che ne viene fatto dalle false imprese: in quel caso diventa uno strumento nocivo per il mercato e per i lavoratori”.
Lo Stato, secondo le cooperative, ha le sue responsabilità verso il mondo delle imprese: “Negli anni della crisi sono fallite 100mila imprese a causa dei ritardi di pagamento della pubblica amministrazione. A conti fatti, tra i fallimenti, 1 su 4 è stato determinato dai mancati pagamenti della Pa. Chiediamo al governo, con la dovuta considerazione del delicato equilibrio dei conti pubblici, di intervenire. Le imprese continuano in troppi casi a fare da banche alla Pa”. Ed al Governo l’Alleanza chiede “una legge per misurare l’effettiva capacità delle tante associazioni di rappresentanza sia dei lavoratori sia delle imprese”, perché “ci sono ancora tante, troppe siglette che non sono rappresentative dell’economia reale, ma solo della classe dirigente che le governa e che sono firmatarie di contratti in dumping che sfruttano i lavoratori. Le associazioni devono rappresentare gli interessi reali delle imprese o dei lavoratori che associano”.
Durante l’assemblea nazionale si è affrontato poi il tema delle “false cooperative”, che l’Alleanza coop vuole sconfiggere perché “sfruttano 100mila lavoratori, umiliano la dignità delle persone, eludono il fisco per oltre 750 milioni di euro e rischiano di far morire di legalità oltre 4.000 cooperative della logistica e del welfare che operano correttamente sul mercato”. L’Alleanza ha ricordato la sua proposta di legge di iniziativa popolare sul tema, arenata dopo “18 mesi di iter parlamentare. Siamo gli unici a chiedere misure severe sull’illegalità nel fare impresa, invece dovrebbe interessare anche altri dal momento che sono 3,3 milioni i lavoratori sfruttati in Italia. Ci troviamo non solo di fronte a false coop, ma anche a false imprese“, hanno evidenziato il presidente Maurizio Gardini con i copresidenti Mauro Lusetti e Brenno Begani.
Le cooperative hanno ricordato il legame che le caratterizza con il territorio, “dove creiamo reddito e occupazione, gettito fiscale e previdenziale. Basti pensare che con i workers buyout, le cooperative tra gli ex dipendenti che rilevano le aziende in default, si rigenera occupazione con un investimento di 13.000 euro per ciascun lavoratore. Aspetto ancora più importante, per 1 euro investito, ne tornano 7 in termini di gettito fiscale e previdenziale”. Sempre in tema di lotta alla precarietà “incoraggiamo tutte le misure di sostegno alla stabilizzazione dei contratti di lavoro a termine per evitare in un clima di incertezza il turn over dei lavoratori o l’abuso delle partite Iva”, ha aggiunto l’Alleanza Coop. Bisogna poi “stanare e sconfiggere le false cooperative che sfruttano 100.000 lavoratori”, con lo stesso impegno anche dalle altre associazioni datoriali: serve un faro anche sulle “false imprese: 3,3 milioni di lavoratori sfruttati”.
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