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Export, Sace: tornerà a salire nel 2021, dopo crollo post Covid

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Le esportazioni per quest’anno subiranno un crollo del 11,3%, ma l’export tornerà a salire nel 2021 con un +9,3% e un +5,1% in media nel biennio successivo, verso la quota di 510 miliardi nel 2023. È la previsione contenuta nel nuovo Rapporto Export di Sace “Open (again)” presentato oggi in streaming per “offrire una bussola alle imprese sostenendole ed evidenziando le opportunità”, come ha detto il presidente di Sace Rodolfo Errore.

 

Il titolo del rapporto ‘Open Again’ è “un messaggio non solo di auspicato ritorno alla ‘normalità’ ma anche di esortazione al ripristino e al mantenimento di relazioni commerciali aperte e senza barriere, con l’auspicio di arginare la spirale di protezionismi e battaglie commerciali che hanno ostacolato e rallentato l’interscambio e l’economia globale negli ultimi anni” continua Errore, perché “il mondo sta aspettando la ripartenza del Made in Italy”. Il riposizionamento del Made in Italy è “un grandissimo asset del nostro Paese” e per questo occorre “trasformare le avversità in opportunità, cogliendo al massimo gli spunti che arrivano anche dalla possibilità del Recovery Plan”.

 

I numeri del rapporto li ha presentati il Chief Economist di Sace Alessandro Terzulli. “In un contesto d’inedita avversità, in cui alle incertezze ereditate dal 2019, Pil e commercio internazionale in rallentamento, escalation protezionistica e instabilità geopolitica, si sono aggiunte nel 2020 le conseguenze della pandemia Covid-19, le esportazioni italiane sono attese in forte contrazione per quest’anno con un -11,3%. Si tratta – spiega Terzulli – del ritmo di crescita dell’export più basso dal 2009, anno in cui le nostre vendite oltreconfine avevano registrato un -20,9% e che riporterà le esportazioni italiane intorno ai 422 miliardi di euro, un livello di poco superiore a quello registrato nel 2016”.

 

Il Covid, dice Terzulli, “è stato paragonato al cigno nero di Taleb, anche se lo stesso autore ha spiegato come non si tratti di un vero e proprio cigno nero ma del presagio di una economia globale che è sempre più fragile”. Ad ogni modo, nonostante le previsioni negative per quest’anno, Sace prevede una ripresa relativamente rapida già dal 2021 per le esportazioni italiane (+9,3%), caratterizzata anche da una componente di “rimbalzo statistico”, con una crescita media nei due anni successivi del 5,1%: “Un ritmo non trascurabile se si confronta con il 3% medio annuo registrato tra il 2012 e il 2019 e che permetterà alle nostre vendite di beni all’estero di raggiungere quota 510 miliardi di euro alla fine dell’orizzonte di previsione. Secondo queste previsioni, nel 2021 le esportazioni italiane di beni arriveranno al 97% circa del valore segnato nel 2019, un recupero pressoché totale dopo la caduta nel 2020”.

 

Dato un quadro economico vario, dove alcuni paesi sono già in nelle fasi di riapertura mentre altri stanno ancora combattendo contro la diffusione dell’epidemia, la ripartenza si differenzierà a seconda delle aree geografiche e dei settori. “Europa avanzata e Nord America, che insieme rappresentano oltre il 60% delle vendite estere italiane, subiranno quest’anno la contrazione più marcata (con una flessione media dei Paesi europei dell’11,4% e di Stati Uniti e Canada del 9,8%) e un rimbalzo che, seppur rilevante, non permetterà di superare i livelli pre-crisi prima del 2022. Reattiva la risalita dell’export italiano di beni verso l’Europa emergente e l’area Csi dove, grazie anche a una flessione relativamente contenuta nell’anno in corso (-8,1%), le nostre vendite riusciranno a raggiungere e finanche a superare i livelli del 2019 già l’anno prossimo”. Previsioni negative per l’export verso l’Asia (-10,9%), che riflettono le stime sull’andamento del Pil della regione, che interromperà due decenni di forte crescita. Nonostante lo shock, si prevede un ritorno alla crescita per i Paesi asiatici già nel 2021, e un aumento dell’export italiano verso l’area del 9%. In America Latina, nel 2020 le esportazioni verso le sei più grandi economie caleranno in media dell’8,2% ma nel 2021 è prevista una ripresa media del 7,5%.

 

Alla presentazione in streaming del rapporto è intervenuto anche il ministro dell’Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri, che ha sottolineato come gli ultimi dati Istat sulla produzione industriale “avvalorino il forte rimbalzo che ci sarà del Pil con un probabile aumento congiunturale nel terzo trimestre a due cifre” e come quindi si possa “essere fiduciosi che il graduale ritorno alla normalità continuerà”. In questa fase, ha detto il ministro “il commercio internazionale rappresenta un settore strategico”. Gualtieri ha ricordato anche il patto per l’Export siglato nel mese di giugno con il ministero degli Affari Esteri. Subito di lui, infatti, è intervenuto alla presentazione del rapporto sull’export di Sace in collegamento dalla Farnesina anche il ministro Luigi Di Maio, secondo il quale “il patto per l’export lo scorso giugno ha rappresentato un passaggio fondamentale” e ora “abbiamo bisogno di collaborazione internazionale e non di guerre commerciali. In questi mesi abbiamo lavorato per sostenere l’export nel modo più efficace”.

 

Pierfrancesco Latini, amministratore delegato di Sace, ha spiegato come il sostegno di questi mesi alle imprese, che ha visto Sace impegnata non solo sul fronte dell’export ma anche come attuatore di Garanzia Italia per l’erogazione di liquidità alle imprese per fronteggiare l’emergenza, sia stato rivolto sia “alle imprese più piccole, e penso ai finanziamenti agevolati o alle assicurazioni sui crediti” sia alle imprese medio grandi “che muovono indotto sul territorio e trainano le filiere di fornitori. Le grandi e piccole operazioni non sono in contrapposizione, perché dietro ogni operazione realizzata con Sace non c’è mai solo l’azienda beneficiaria ma anche tutto l’indotto”.

 

Alla presentazione del Rapporto hanno partecipato anche l’imprenditore Oscar Farinetti, ceo di Eataly, e Alessandro Profumo, ad di Leonardo. “Eataly è l’unica azienda italiana di retail che è andata nel mondo: oltre 300 mln di esportazioni nel retail ci mettono al primo posto in questo senso. Aziende molto più grandi di noi non sono mai andate all’estero” ha detto Farinetti sottolineando come “le nostre aziende italiane all’estero siano molto stimate e l’Italia deve decidere di puntare definitivamente sulle proprie vocazioni”. Farinetti ha rimarcato come “il governo italiano non ci abbia interpellato” per chiarire le necessità del mondo dell’impresa, ma anche come il Covid passerà, mentre “il vero tema di questi anni è la sostenibilità”. Anche Alessandro Profumo ha ricordato come “l’86% del fatturato provenga dall’export” e come la “il 70% delle 2.700 pmi che ci forniscono” siano piccolissimi operatori, per i quali una ripresa nella fase post Covid è cruciale.

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