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Carige, continua l’esodo del Cda. Via anche Venuti

Una serie di dimissioni a catena che sta assumendo proporzioni bibliche: continua l’esodo dal Cda di Banca Carige e la lista degli ‘addii’ volontari sale a quota sei. Ad andarsene senza colpo ferire, a questo giro, è il consigliere Lucia Venuti. Prima di lei, il presidente Giuseppe Tesauro, il vice Vittorio Malacalza, Stefano Lunardi, Francesca Balzani e Ilaria Queirolo. Il fuggi fuggi generale, a un mese e mezzo dall’assemblea che il 20 settembre segnerà lo scontro fra gli azionisti e deciderà la nuova governance, e il giorno dopo il downgrade di Moody’s, non si arresta e non finiscono le tensioni. Mentre il titolo sconta ancora una discesa in Borsa del 2,13% dopo quella di ieri.

E alle brutte notizie si aggiungono due sanzioni, per un totale di 3 milioni e 600 mila euro, emesse dal ministero dell’Economia nel 2001 nei confronti della banca e ora confermate dalla Cassazione, a titolo di sanzione pecuniaria amministrativa per omessa segnalazione di operazioni finanziarie per la violazione delle norme contro il riciclaggio, legate all’attività svolta in una filiale di Mondovì dell’istituto.

In attesa dell’assemblea a guidare come presidente il cda sarà Giulio Gallazzi, uno degli otto superstiti (più l’ad Paolo Fiorentino) del consiglio, scelto seguendo le indicazioni dello statuto che prevede l’assegnazione dell’incarico secondo precisi requisiti, fra cui non fare parte del comitato esecutivo ed essere un consigliere indipendente.

Intanto la banca ha risposto alla Bce che a luglio aveva bocciato il piano di conservazione del patrimonio di Carige. Una lunga lettera, poco meno di una decina di pagine, per difendere l’operato del cda e il piano. Sulla governance la risposta è l’assemblea convocata proprio per nominare un nuovo consiglio. Sui ritardi nell’emissione del bond da 500 milioni, il cda spiega dettagliatamente il perchè: di fatto l’operazione non è stata ancora effettuata perché non c’erano le condizioni di mercato e la cessione delle attività non strategiche, dagli immobili alle partecipazioni in Banca d’Italia e Autostrade dei Fiori procede così come la cessione dei crediti problematici, compresi gli Utp, anche se è stata sforata la data di giugno.

Per il cda attuale il piano può concretamente essere attuato entro il 2018 allineando la banca solo leggermente al di sotto dei requisiti patrimoniali richiesti, anche senza il bond. Del nuovo piano da presentare entro il 30 novembre per “ripristinare e assicurare in modo sostenibile i requisiti patrimoniali al più tardi entro il 31 dicembre”, come chiesto sempre dalla Banca centrale europea, che suggerisce contenga anche l’ipotesi di aggregazione con altre banche, si occuperà invece il futuro consiglio.

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