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Ponte Genova, incontro Salvini-Cantone. Ancora tutto bloccato

Si terrà martedì 16 ottobre l’incontro tra il vicepremier Matteo Salvini e il presidente della Anac, Raffaele Cantone per discutere uno dei tanti punti che – sulla ricostruzione del ponte di Genova – fanno discutere: il rischio di infiltrazioni mafiose.

Più il tempo passa, più dubbi insorgono, e di vere e proprie decisioni che diano il via ai lavori, non se ne parla. E’ stato nominato un commissario straordinario, il sindaco di Genova Marco Bucci, ma per il resto la nebbia è sempre più fitta: e dalle richieste del comitato sfollati ponte Morandi, alle minacce di una class action da parte degli spedizionieri fino ad arrivare alla tanto improbabile quanto più fuori luogo proposta di Federbeton di ricostruire il ponte com’era – sì, proprio lo stesso ponte Morandi crollato – in quanto secondo la federazione il “ripristino di un’opera che negli anni ’60 ha saputo stupire il mondo”, la situazione è sempre più ingarbugliata.

Al centro dell’incontro del 16 ottobre, il decreto Genova sul quale ieri Cantone ha segnalato diverse criticità. Sul tema il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti invita a “prendere seriamente” l’allarme lanciato da Cantone, senza però che si vadano a creare situazione di impasse dalle quali diventerebbe poi particolarmente difficoltoso uscire: “La cultura del bloccare le opere per paura dei ladri mi sembra una cultura che non ha portato bene. A questo paese occorre vigilare con grande attenzione e lasciare che le opere si facciano”, afferma.

Ma a nutrire dubbi sul decreto Genova sono anche gli stessi genovesi: il comitato sfollati ponte Morandi, in una lettera inviata a Montecitorio e al Ministero dei Trasporti, evidenzia “perplessità” sul decreto creato ad hoc per l’emergenza e chiede di assicurare un piano di indennizzi per tutte le case che dovranno essere demolite nell’ambito della realizzazione del nuovo ponte stradale sul Polcevera. Sul tema interviene il ministro delle infrastrutture e trasporti Danilo Toninelli che, in una diretta su Facebook, afferma: “Nel testo iniziale del decreto non c’era la norma sugli sfollati, però la buona notizia è che c’è adesso: abbiamo aggiunto l’articolo 3 bis ‘Misure per la tutela del diritto all’abitazione’ “. A pagare sarà Aspi che “deve mettere i soldi anche per gli sfollati, se non verranno coperti da Aspi, sarà lo Stato a darli“.

Al dramma degli sfollati, si aggiunge un ovvio problema di circolazione stradale che potrebbe tradursi in un altro conto salato per l’Aspi. In particolare, gli spedizionieri genovesi stanno valutando l’eventualità di una class action contro i responsabili del crollo del ponte Morandi per i danni che le aziende hanno subito e per l’ impatto sui fatturati.

A chiudere il quadro la quanto mai inopportuna proposta di Federbeton, federazione che, nell’ambito di Confindustria, rappresenta la filiera del cemento e del calcestruzzo, di ricostruire il ponte così com’era.

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