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Conte ‘sfida’ Bruxelles: orgoglioso della manovra

La sfida di Giuseppe Conte a Bruxelles parte dall’Aula del Senato, dove il premer interviene sul prossimo Consiglio europeo previsto tra due giorni. Siamo orgogliosi delle scelte compiute con questa manovra, dice apertamente Conte, perché l’Italia non vuole più l’austerity e saprà garantire “il cambiamento che i cittadini richiedono”.

L’Italia è “Paese fondatore e contributore netto” e ora si prepara a sbarcare a Bruxelles “forte di questa posizione, con una manovra economica di cui siamo orgogliosi e su cui vogliamo dialogare senza pregiudizi. L’austerity non è più percorribile“. Per il premier adesso è l’ora “di avere un’Europa più forte, più’ equa, più solidale, con un’attenzione particolare al problema della povertà, del divario territoriale e del lavoro”. Allo stesso tempo “è fondamentale per il nostro Paese – dice Conte all’Aula – ridurre il gap di crescita con l’Ue orientando la spesa verso equilibrio e stabilità” consapevole che il Consiglio cade in un momento “in cui i cittadini attendono dall’Ue risposte concrete. Le elezioni europee porteranno a una nuova Commissione: dovremo lavorare per una gestione condivisa flussi migratori”.

Ampio spazio anche ai temi legati all’immigrazione che ormai fanno presenza fissa negli ordini del giorno di Bruxelles. Al prossimo Consiglio europeo “si farà una prima valutazione sulle articolate questioni sottoscritte a giugno: lavoriamo e continueremo a farlo affinché vengano rispettati tutti contenuti”. Di sicuro, annota, “serve una equa condivisione delle responsabilità e dobbiamo consolidare quel cambio di paradigma sancito all’ultimo Consiglio. Sino a quando non avremo garanzie su questo punto non accetteremo a scatola chiusa soluzioni sui movimenti secondari, che stanno a cuore ad altri Paesi”.

Sullo sfondo anche la Brexit. A Bruxelles si preparano a un nulla di fatto. Giuseppe Conte si irrigidisce al solo pensiero. Il monito del presidente del Consiglio è quello di non assumere decisioni “istintive”. “I tempi – ha detto – sono strettissimi: dobbiamo procedere con buonsenso, senza cedere alle emozioni e alle reazioni istintive per evitare il fallimento del negoziato che sarebbe un salto nel vuoto per le imprese e i cittadini. È nostro dovere assicurare il recesso ordinato con modalità chiare che garantiscano il rispetto dei diritti acquisiti dei cittadini europei e delle imprese”.

“L’intesa finale – ha concluso – dovrà essere rispettosa della volontà del popolo britannico di lasciare l’Ue e di quella dell’Unione stessa. L’accordo su Brexit deve assicurare la tutela dei diritti acquisiti dai cittadini europei tra cui ci sono circa 700mila italiani residenti attraverso procedure semplici e rapide con attenzione alle categorie più vulnerabili. Altro tema centrale è la protezione delle indicazioni geografiche e delle regole di origine: qualsiasi intesa con il Regno Unito – sono stato chiaro con Barnier – dovrà preservare l’imprescindibile patrimonio di conoscenza e tradizione”.

Intanto L’assemblea del Senato ha approvato la risoluzione di maggioranza in vista del Consiglio europeo del 18 ottobre con 146 voti favorevoli. I voti contrari sono stati 93 e gli astenuti 15. L’Aula della Camera dal canto suo ha approvato, con 299 sì e 194 no, la risoluzione di maggioranza Lega-M5s sulle comunicazioni in aula del premier. Sono state respinte tutte le risoluzioni presentate dalle opposizioni.

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