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Bankitalia: effetto manovra dipende da fiducia mercati

L’efficacia della manovra e delle politiche di bilancio “nel sostenere l’economia”, dipenderà anche dal “mantenimento della fiducia dei risparmiatori e degli investitori nei confronti del percorso di risanamento delle finanze pubbliche”. Secondo il bollettino economico di Bankitalia, che fotografa un rallentamento del Pil – +0,1% nel terzo trimestre – e la riduzione dell’esposizione sui titoli italiani da parte degli investitori esteri (-42,8 miliardi nel 2018), la manovra “determinerebbe, nelle valutazioni ufficiali, un significativo stimolo all’economia” e “l’effettiva intensità di questi effetti dipenderà dal disegno, dalla tempistica e dalle modalità di attuazione delle misure”.

Il Pil nel terzo trimestre “sarebbe cresciuto in termini congiunturali dello 0,1%, rallentando rispetto ai tre mesi precedenti”. In primavera il Pil è salito dello 0,2% in termini congiunturali, in lieve rallentamento rispetto ai mesi invernali. “L’attività – si legge- avrebbe segnato un incremento nei servizi, mentre sarebbe rimasta stazionaria nell’industria in senso stretto. Il valore aggiunto delle costruzioni avrebbe proseguito a espandersi a un ritmo moderato”. In Italia, spiega il bollettino, nel secondo trimestre la forte espansione degli investimenti ha contribuito a sostenere la crescita, mentre le esportazioni sono rimaste stabili, risentendo della debolezza del commercio mondiale. “Gli indicatori congiunturali disponibili suggeriscono che nei mesi estivi la dinamica del prodotto avrebbe rallentato, attorno allo 0,1 per cento sul periodo precedente, riflettendo un ristagno della produzione industriale, una prosecuzione della crescita nei servizi e un contributo moderatamente positivo delle costruzioni”. Sono rimasti favorevoli gli indici di fiducia del settore edile, delle famiglie e delle imprese manifatturiere; specialmente per queste ultime sono tuttavia emersi segnali di minore ottimismo nel corso dell’estate, con l’inasprirsi delle tensioni commerciali internazionali. Il sondaggio condotto presso un campione di imprese dell’industria e dei servizi segnala per il complesso del 2018 la prosecuzione della crescita degli investimenti, sia pure in misura inferiore a quanto programmato a inizio anno.

Gli investitori esteri, intanto, riducono l’esposizione sui titoli italiani, soprattutto titoli di Stato. Nei primi 8 mesi “hanno ridotto i titoli italiani di 42,8 miliardi”, “soprattutto i titoli pubblici (24,9 miliardi) e le obbligazioni bancarie (12,4). Gli acquisti di titoli pubblici a gennaio-aprile (41,7 miliardi) sono stati più che compensati dalle vendite registrate a maggio e giugno (57,9 miliardi nei due mesi), a causa delle tensioni sui mercati. In luglio e agosto gli investitori esteri hanno venduto titoli sovrani per 8,7 miliardi”. Nei primi otto mesi del 2018, spiega via Nazionale, i residenti hanno investito in titoli di portafoglio esteri per 57,4 miliardi (principalmente quote di fondi comuni esteri, per un valore di 36,1 miliardi); gli acquisti hanno però rallentato dopo il primo trimestre dell’anno. Questi andamenti si sono riflessi sulla posizione debitoria della Banca d’Italia sul sistema dei pagamenti europeo Target2 che, dopo una sostanziale stabilità tra gennaio e aprile, ha avuto notevoli oscillazioni. Si è ampliata in maggio e giugno, ha riflesso fattori tecnici in luglio e agosto e si è poi lievemente ridotta raggiungendo 489 miliardi alla fine di settembre.

I mercati finanziari italiani, inoltre, “sono stati interessati da forti tensioni, connesse con l’incertezza degli investitori sull’orientamento delle politiche economiche e finanziarie”. La Banca d’Italia tra i fattori dello Spread indica i “valori elevati della differenza tra il premio sui credit default swap dei titoli sovrani italiani stipulati dopo il 2014, che offrono protezione anche da una ridenominazione dei titoli in una valuta differente, e quello sui CDS stipulati precedentemente, che invece non offrono tale forma di protezione”.

Dall’inizio dell’anno, poi, “le condizioni reddituali e patrimoniali delle banche sono significativamente migliorate, tuttavia sia i corsi azionari sia i premi per il rischio sui titoli obbligazionari del settore bancario hanno risentito delle incertezze del mercato finanziario italiano”. Il bollettino di Bankitalia ricorda che “a metà ottobre le quotazioni delle aziende di credito, cresciute significativamente nel 2017, risultavano in calo rispetto alla prima metà dell’anno; i premi sui CDS dei principali istituti erano più elevati di 40 punti base rispetto a fine giugno”. Secondo via Nazionale inoltre “è proseguito il recupero del mercato del lavoro”. L’occupazione è salita in misura marcata in primavera. La disoccupazione si è ridotta, toccando il 9,7 per cento in agosto; la contrazione è stata accentuata anche per i giovani”. Per Via Nazionale “La crescita dei salari contrattuali, che aveva mostrato segnali di ripresa dalla fine dell’anno precedente, si è rafforzata sia nel settore privato sia nel totale dell’economia e si è estesa alle retribuzioni di fatto”.

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