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Pensioni, Boeri: difficile attuare il divieto di cumulo

Introdurre forme che scoraggino l’andata in pensione, “come il divieto di cumulo tra pensione e altri redditi per 5 anni”, “è una strada difficile da perseguire”. Secondo il Presidente dell’Inps Tito Boeri, che ha parlato nel corso degli stati generali sulle pensioni organizzati da Università Bocconi e Deutsche Bank, il divieto di cumulo “ha una serie di problemi ed è una cosa molto difficile da attuare”.

“Soprattutto – ha spiegato Boeri – è difficile conciliare il divieto di cumulo con la narrativa con cui si è fin qui giustificato questo passo indietro, questa controriforma sulle pensioni, ovvero la necessità di liberare dei posti di lavoro per i giovani”. Se si vuole convincere qualcuno a uscire prima, ha aggiunto, “è ragionevole presumere di dovergli dare la possibilità di avere qualcosa d’altro. C’è poi la possibilità che chi esce vada nel lavoro nero e così smetta di contribuire e questo naturalmente sarebbe l’esito peggiore”.

Il termine quota 100 inoltre secondo Boeri sarebbe da “abolire, perché é fuorviante”. É un termine “che rischia di illudere chi ha una certa etá ed un certo numero di anni di contribuzione quando poi, invece, le cose stanno in modo diverso. In questo periodo si sta discutendo molto delle pensioni. E nell’ambito delle discussioni si fa fatica a fare progressi”.

“Un’eventuale sanatoria sui contributi pensionistici dei lavoratori autonomi sarebbe una scelta pericolosa, una sorta di condono contributivo”, ha aggiunto Boeri. “Ora tutta l’attenzione è sul lato della spesa ma bisogna prestare molta attenzione sul lato contributivo. L’evasione e’ gia’ di 11 miliardi per i lavoratori dipendenti, per gli autonomi è più alta. La proposta di introdurre una sanatoria sui contributi può indebolire il sistema: daremmo la possibilità anche agli autonomi di versare contributi a condizioni agevolate, si tratta quasi di un condono”. “I condoni contributivi – ha proseguito Boeri – non sono mai stati fatti, soprattutto per gli autonomi, perché diminuiscono la raccolta e aumentano la spesa e sono in contraddizione con il principio assicurativo. Inoltre tutti quelli che possono non pagare non contribuirebbero, ci ritroveremmo solo con contributi di lavoratori dipendenti”.

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