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Casa dolce casa, ma non per tutti

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Affitti alle stelle, poche case popolari, difficoltà di accedere ai mutui, boom di appartamenti per i turisti. E così in Italia un milione e 708 mila famiglie non ha un posto in cui dormire e molte persone sono costrette a salti mortali per averlo. Nell’inchiesta di Fortune Italia pubblicata sul numero cartaceo di gennaio un viaggio che passa dal mondo degli studenti fuori sede a quello di chi vuole acquistare casa, senza dimenticare il boom di Airbnb.

Partendo dalle difficoltà degli studenti italiani ad accedere alle residenze universitarie, arriviamo a parlare dell’unica altra risorsa disponibile, l’affitto. A Roma servono in media 428 euro per una stanza singola e 305 per una doppia, ma a ridosso dell’università, racconta il sindacato universitario Link, si sborsano anche 600 euro per una camera. Sotto la Madonnina è ancora peggio. Per Immobiliare.it un posto letto in doppia costa in media 368 euro al mese, contro i 285 spesi a livello nazionale. Le singole viaggiano sui 543 euro al mese (3% in più rispetto al 2017).

Poi un focus sulle case popolari: a fronte di 7 milioni di case vuote in tutta Italia c’è chi attende da anni una casa popolare, chi è sotto sfratto, chi vive nelle occupazioni, abusivi, homeless, rom, migranti. L’attuale patrimonio di edilizia residenziale pubblica – oltre 900 mila alloggi tra enti regionali e comunali – non basta a soddisfare le esigenze e in tutto il Paese sono 650 mila le famiglie in lista di attesa nelle graduatorie comunali.

E per acquistare? Abbiamo confrontato rate e tassi di alcune banche – Intesa SanPaolo, Unicredit, Webank – e fatto una simulazione su Mutuionline.it, il cui direttore marketing Roberto Anedda ci ha ricordato l’importanza del differenziale tra titoli di Stato italiani e tedeschi, che da qualche mese “fa costare di più il denaro alle banche, che a loro volta cercano di recuperarlo dai propri clienti attraverso le operazioni quotidiane”. In istituti come Intesa SanPaolo, Unicredit e Bnl i ritocchi all’insù sono già avvenuti e nei prossimi mesi potrebbe diventare più oneroso accedere ai finanziamenti. C’è poi un’altra ragione che complica l’accesso a un mutuo: “lo spread alle stelle finisce per limitare l’ammontare del credito che gli istituti bancari possono erogare”.

La nostra inchiesta si conclude con il boom degli acquisti a scopo di investimento. Dall’analisi delle macroaree nelle grandi città, rivela Tecnocasa, quelle centrali hanno retto meglio grazie a chi compra qui pensando al turismo. Gli affitti brevi viaggiano soprattutto online: dice un dossier di Federalberghi di agosto che del milione di locazioni pubblicizzate in rete, quasi la metà (397 mila) si trovano su Airbnb. Tra le città italiane in cui il fenomeno è maggiormente dilagato, stando ai dati del portale di San Francisco, troviamo Roma con 29.000 annunci e Milano con 18.100. Da forma integrativa del reddito, esperienza di condivisione di un appartamento e affitto occasionale, Airbnb è diventato una realtà consolidata tanto da provocare in alcune città – da Barcellona ad Amsterdam fino a New York e San Francisco – le proteste dei residenti, convinti che il turismo ‘mordi e fuggi’ non solo spinga i proprietari di case a affittarle per un week end togliendole così dal mercato abitativo, ma contribuisca allo spopolamento dei quartieri.

 

(L’inchiesta completa è disponibile sul numero cartaceo di Fortune Italia di gennaio)

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