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Visco e le ingerenze della politica, dal Pd ai Giallo-Verdi

“L’autonomia della Banca d’Italia è riconosciuta dal mondo politico non solo in quello che fa ma anche perché si tratta anzitutto di autonomia di giudizio, esercitata senza pregiudizi di natura ideologica, sulla base di dati di fatto e senza necessariamente prescindere dai giudizi di valore”. Quando il Governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, pronunciava queste parole in un’intervista pubblicata sul primo numero di Fortune Italia, a fine maggio scorso, il governo giallo-verde si era appena insediato.

Il numero uno di Via Nazionale faceva riferimento alle pressioni subite con la mozione parlamente del Pd (allora primo partito della maggioranza) che sette mesi prima aveva chiesto discontinuità, formalizzando l’aperta contrarietà del segretario Matteo Renzi alla sua conferma per il secondo mandato alla guida di Palazzo Koch.

A risolvere quella situazione di alta tensione fu la decisione del premier Paolo Gentiloni, sostenuto dal Capo dello Stato Sergio Mattarella, di lasciare Visco al suo posto. “E’ stato un attestato di fiducia verso l’Istituto” e il riconoscimento “dell’impegno con il quale la Banca ha affrontato le conseguenze della doppia recessione che ha colpito l’economia Italiana”, commentava Visco.

Oggi, a distanza di altri otto mesi, Bankitalia è di nuovo sotto attacco da parte della politica. In gioco non c’è il ruolo di Visco ma quello dei suoi uomini, dei membri del Direttorio che hanno i rispettivi mandati in scadenza. E la posizione del Governatore è ancora più granitica. In quella intervista, assicurava: “la Banca d’Italia continuerà ad agire con il massimo impegno, come ha sempre fatto, nell’ambito dell’indipendenza che le e’ garantita dai Trattati”.

In queste ore, chi ha avuto modo di parlare con lui racconta la stessa determinazione e la stessa consapevolezza del proprio ruolo. Lui è pronto a fare tutto quello che è possibile per difendere i suoi uomini. E’ prevedibile che anche il Colle stia facendo la sua moral suasion e, stando a quanto emerso, il premier Giuseppe Conte e il ministro dell’Economia Giovanni Tria stanno lavorando per evitare uno scontro difficile da gestire anche di fronte ai mercati.

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