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Bankitalia, il passo indietro di Rossi sblocca l’impasse nomi

di Andrea D’Ortenzio – Salvatore Rossi fa un passo indietro e l’impasse fra Banca d’Italia e governo sulle nomine ai vertici della banca centrale si avvia alla soluzione. Il direttore generale si è detto indisponibile a un secondo mandato e ha annunciato, in una lettera ai dipendenti, che lascerà una volta completato l’iter della sua sostituzione e comunque entro il 9 maggio, alla scadenza naturale del suo incarico.

Al momento il nome più indicato per sostituirlo è quello di Fabio Panetta, il cui incarico da vice dg è stato rinnovato lo scorso settembre, quindi già dall’attuale governo. La decisione di Rossi stempera il contrasto con l’esecutivo gialloverde, specie nella sua componente a 5stelle che aveva esplicitamente chiesto “discontinuità” a Via Nazionale, lasciando sospeso, visto che la legge non assegna al governo nè il potere di proposta nomi nè quello di bloccarli, l’iter del rinnovo del vice dg Federico Signorini dallo scorso febbraio. Da lì ne era seguita una serie di scambi di accuse e risposte, con il governatore Ignazio Visco che aveva tenuto il punto mantenendo aperto l’iter per il vice dg e difendendo più volte l’operato della Banca in questi anni di crisi.

Quindi, dopo le dichiarazioni più ruvide, erano arrivati i primi ramoscelli d’ulivo e il vice premier Di Maio aveva detto di ‘fidarsi di Banca d’Italia” mettendo fine così alle voci più estreme nel Movimento che negli anni e negli scorsi mesi aveva chiesto le dimissioni dei vertici dell’istituto centrale e preannunciato battaglia nella prossima commissione d’inchiesta.

Significativamente, lo scorso 5 marzo, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si era incontrato con il governatore, a Palazzo Chigi, per una colazione di lavoro con al centro peraltro anche i conti pubblici, l’economia e un’azione comune in Europa per rivedere le regole del bail in. Ora lo schema di mediazione, che viene incontro anche ai timori del Quirinale e della Bce (Banca d’Italia fa parte dell’Eurosistema ed è tutelata dai trattati europei) prevede che sia sempre l’istituto centrale a proporre dei nomi in maniera autonomo. L’uscita di Rossi, e quella prevedibile di Valeria Sannucci, porterà comunque a un rinnovo del direttorio.

Per sostituire Rossi in pole resta così Fabio Panetta che vanta un’esperienza internazionale, è componente del board della vigilanza Bce e più volte ha chiesto una revisione delle regole europee e del pressing eccessivo per il taglio degli Npl sottolineando gli effetti controproducenti sulle banche nazionali. Una posizione che, guarda caso, è ora riconosciuta dal Tribunale Ue che ha annullato la decisione della Commissione Ue sull’utilizzo del Fitd per i salvataggi, considerati ‘aiuto di stato’. Ora quindi si dovranno scegliere i due nominativi.

La maggioranza vorrebbe che non fossero stati coinvolti direttamente nella vigilanza o la gestione delle crisi bancarie e che sia rispettata almeno l’attuale presenza femminile. Ad esempio le voci sul fronte politico parlano di un possibile ritorno di Daniele Franco, attuale Ragioniere generale dello Stato, con un passato in Banca d’Italia e che scade anche lui a maggio. Franco era finito sotto il tiro della maggioranza lo scorso settembre e poi a dicembre, accusato di ostacolare i provvedimenti del governo assieme agli altri tecnici del Mef. Altri nomi sono quelli di Lucrezia Reichlin, dal curriculum robusto ma certo non proprio vicina all’attuale governo, e di Carmelo Barbagallo, della vigilanza interna.

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