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La strategia europea per le auto elettriche: puntare sulle batterie

mobilità elettrica

La Cina è il più grande mercato delle energie rinnovabili del mondo; stessa cosa per il mercato delle auto elettriche. Si stima che entro il 2025 il Paese asiatico rappresenterà, da solo, oltre il 40 per cento della domanda globale di batterie agli ioni di litio. Uno strapotere, quello di Pechino, che ora l’Europa prova a contrastare, con Francia e Germania davanti a tutti.

Prima della fine di ottobre l’Ue potrebbe finanziare, con un sostegno anche fino al 100%, i primi progetti di interesse comune europeo (Ipcei) nel settore delle batterie per auto. L’annuncio è del vicepresidente della Commissione europea Maroš Šefcovic, a margine del terzo incontro dell’Alleanza per la batterie, cui hanno partecipato rappresentanti di Belgio, Germania, Francia, Italia, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Spagna e Svezia e della Banca europea degli investimenti. “In giugno avremo una prima piattaforma di sostegno agli investimenti nel settore, per accelerare un’azione che speriamo serva da modello per le politiche industriali del futuro”, ha detto Šefcovic.

All’inseguimento della Cina

“Siamo d’accordo sul fatto che la concorrenza” di Paesi come Cina e Corea del Sud “sarà molto alta, quindi dobbiamo essere veloci, non essere ingenui e agire mettendo risorse su questi progetti”, ha detto Šefcovic. In realtà la concorrenza è già ben presente e radicata, nel settore. L’inserimento dell’Europa in un mercato relativamente giovane parte, paradossalmente, già in ritardo rispetto ai competitor. La Cina, ad esempio, ha già scoperto il valore del mercato delle batterie, nel mondo delle rinnovabili.

Una dimostrazione del loro valore arriva direttamente da Ningde, nella provincia sudorientale di Fujian. La Contemporary Amperex Technology Co. Ltd (CATL) la più grande azienda produttrice di batterie agli ioni di litio per autoveicoli del Paese asiatico, prevede che il suo profitto netto crescerà del 260% annuo durante il primo trimestre del 2019. In un mercato mondiale in cui i competitor sono pochi, l’azienda cinese non ha avuto problemi a fare affari anche in Europa. Abbastanza giovane (CATL è stata fondata nel 2011) ha siglato contratti di fornitura con diverse aziende globali produttrici di automobili, tra cui BMW, Volkswagen, Daimler e Honda.

Secondo le previsioni dell’azienda tra gennaio e marzo del 2019 il suo profitto netto, in cui non sono calcolati i costi non ripetibili, potrebbe raggiungere i 968,7 milioni di yuan (pari a circa 144,2 mln di dollari) grazie alla rapida crescita del mercato dei veicoli a nuova energia (NEV) e all’aumento delle quote di mercato dell’azienda nel settore. Una ricerca diffusa da Caitong Security riporta che la quota di mercato di CATL nel settore dei NEV è pari al 41,8%, seguita da BYD, il principale produttore di autoveicoli del Paese.

L’impegno di Total

La Cina è protagonista anche di una delle recenti maxi operazioni del mercato, in questo caso in asse con Parigi. Una controllata del colosso energetico francese Total, Saft, ha stretto un accordo con il Tianneng Group, società affiliata alla Tianneng Energy Technology (TET), per accedere al mercato delle batterie agli ioni di litio (Li-ion) del Paese. Saft possiederà il 40 per cento delle azioni della nuova joint venture, mentre il resto delle quotazioni sarà controllato dalla TET. La società si concentrerà principalmente sullo sviluppo, la produzione e la vendita di batterie, accumulatori e celle ricaricabili agli ioni di litio di ultima generazione, sia in Cina che all’estero. La sede della produzione si troverà a Changxing, nella provincia orientale dello Zhejiang, con un potenziale di 5,5 gigawatt/ora. Le due parti hanno intenzione di ingrandire la fabbrica di Changxing, incrementandone la capacità produttiva e per soddisfare la futura domanda di batterie agli ioni di litio data dalla crescita di rinnovabili e auto elettriche. Secondo il presidente e amministratore delegato di Total, Patrick Pouyanne, l’accordo consentirà a Saft di accedere a un mercato in continua crescita, e a una capacità di produzione di massa altamente competitiva.

Ma quella con i cinesi non è l’unica operazione in cui sono coinvolti i francesi della Total, e di Saft.

L’asse Parigi-Berlino

I ministeri dello Sviluppo economico di Francia e Germania sono infatti particolarmente determinati per l’avvio di un piano europeo per la produzione su larga scala di batterie per i veicoli elettrici. Secondo la testata tedesca FAZ, che per prima ha dato la notizia, poi confermata, i governi di Parigi e Berlino hanno proposto la creazione di un consorzio industriale con una lettera di intenti inviata alla Commissione Ue, che dovrebbe approvare i sussudi statali necessari. Per l’avvio di una grande struttura produttiva del genere è infatti necessario il via libera di Bruxelles. Ad essere coinvolti operativamente sono l’azienda dell’automotive francese PSA con la sua sussidiaria tedesca Opel e, anche qui, la Total con il suo produttore di batterie Saft. Una possibile sede produttiva delle batterie sarebbe stata individuata nella fabbrica Opel di Kaiserslautern, secondo FAZ. Gli 1,7 mld che i due Paesi vorrebbero mettere a disposizione (cifra di cui si è cominciato a parlare negli incontri bilaterali degli scorsi mesi) servirebbero proprio a rendere i produttori francesi e tedeschi più autonomi su una tecnologia fondamentale per lo sviluppo della mobilità elettrica.

E l’Italia?

Il nostro Governo sul tema si limita a seguire l’Europa, per il momento. “Prenderemo parte per la prima volta all’Alleanza per le batterie europee. È importante perché nell’era dell’auto elettrica le batterie sono il nuovo petrolio e sulle batterie sono fortissimi la Cina e gli Usa mentre come Ue abbiamo una timida strategia che l’Italia vuole rafforzare. Non possiamo rischiare che nei prossimi 20 anni si sviluppa l’auto elettrica ma ancora una volta andiamo a prendere l’alimentazione dai Paesi stranieri”, ha detto il Vicepremier Luigi Di Maio da Varsavia il 29 aprile, nello stesso giorno in cui sono uscite gli aggiornamenti sul piano di Francia e Germania.

Già in un convegno M5s di inizio mese il leader dei pentastellati aveva sottolineato come un’alleanza europea fosse fondamentale: “è vero che in Italia abbiamo le eccellenze, ma poi quando iniziano gli scontri commerciali tra Usa e Cina al centro non c’è l’Italia ma tutta l’Europa”. “Oggi se non facciamo alleanze europee saremo pure competitivi ma sappiamo di doverci scontrare con competitor molto più grandi di noi. È chiaro che dobbiamo portare vanti partnership e allearci con nazioni europee che hanno la nostra stessa sensibilità: con la Germania ad esempio inseguiamo sfide simili su tanti settori della tecnologia e dell’energia”. Di Maio ha fatto l’esempio delle auto elettriche: “con l’ecobonus diamo la possibilità alle auto elettriche ad entrare nel mercato italiano ma se le batterie le continuano a produrre gli Usa o la Cina inneschiamo la stessa dinamica di dipendenza del petrolio. La cosa è anche possibile ma poco furba: se siamo in Europa dobbiamo fare l’alleanza delle batterie europee”.

Il ritardo europeo secondo la Corte dei conti

Quello che è sicuro è che italiane, francesi o tedesche, le batterie europee allo stato attuale non sono abbastanza. Non solo per raggiungere la concorrenza asiatica (o come dice Di Maio anche statunitense) ma anche per raggiungere gli stessi standard che l’Europa si è imposta. La strategia che l’Ue si è data per lo sviluppo di tecnologie per lo stoccaggio dell’elettricità (batterie per veicoli, reti intelligenti e gas di sintesi) potrebbe essere insufficiente infatti per conseguire gli obiettivi in materia di energia pulita. Il parere, di inizio aprile, è contenuto in un documento di riflessione della Corte dei conti europea, che rileva come l’Ue sia in ritardo sulla costruzione di batterie agli ioni di litio, ed esistano ancora ostacoli burocratici che bloccano gli investimenti nell’ambito delle reti. In questo contesto specifico, secondo la Corte il pacchetto Ue energia pulita di recente approvazione dà più certezze agli investitori. Ma il documento raccomanda di facilitare l’accesso ai finanziamenti per la ricerca, soprattutto per le imprese innovative, in modo da velocizzare il trasferimento dei risultati di laboratorio alle realtà di mercato.

Mentre Francia e Germania sembrano giocare un campionato a parte, non resta che guardare all’Alleanza delle batterie europea, per sapere se le raccomandazioni verranno recepite.

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