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ArcelorMittal riduce produzione in Ue, anche in Italia

Il clima economico negativo che si respira in Europa non piace ad ArcelorMittal che, in una decisione “sofferta”, si è vista costretta a ridurre “temporaneamente” la produzione in Ue. La scelta avrà impatto anche in Italia dove “l’aumento previsto del livello di produzione a 6 milioni di tonnellate subirà un rallentamento a seguito della decisione di ottimizzare i costi e la qualità della produzione”. Per l’Italia il rallentamento dell’aumento della produzione – secondo quanto si apprende – dovrebbe portare il livello produttivo a 5 milioni di tonnellate al posto dei 6 milioni previsti. Ma il colosso ha voluto precisare che “non ci sarà alcun impatto sugli investimenti previsti per il piano ambientale e industriale. Ambiente e Salute e Sicurezza restano le nostre priorità assolute”. E non ci saranno impatti sulla “strategia a lungo termine di ArcelorMittal Italia”.

ArcelorMittal ha annunciato una riduzione della produzione annua di circa 3 milioni di tonnellate, che avrà impatto anche in Italia. In particolare viene annunciato lo stop della produzione negli stabilimenti siderurgici di Cracovia in Polonia e la riduzione della produzione nello stabilimento delle Asturie in Spagna. “Inoltre – prosegue la nota – l’aumento previsto del livello di produzione a 6 milioni di tonnellate in ArcelorMittal Italia subirà un rallentamento a seguito della decisione di ottimizzare i costi e la qualità della produzione”. La società parla di “decisione sofferta, ma necessaria, dovuta alla combinazione tra l’indebolimento della domanda, l’aumento delle importazioni, associati a un’insufficiente protezione commerciale della Ue, elevati costi energetici e l’aumento dei costi della CO2″.

“La difficile decisione di ridurre temporaneamente la nostra produzione europea di prodotti piani non è stata presa alla leggera – afferma il Ceo Europa prodotti piani, Geert van Poelvoorde – Comprendiamo l’impatto che questa scelta ha sui dipendenti e sulle comunità locali. Lavoreremo per garantire che vengano adottate misure sociali volte a supportarli durante questo periodo”. Per Geert van Poelvoorde la decisioni “riflettono un contesto europeo caratterizzato oggi da una carenza di domanda, una situazione, questa, ulteriormente aggravata dall’aumento delle importazioni, nonostante le misure di salvaguardia introdotte dalla Commissione europea. I costi elevati dell’energia e l’aumento di quelli della CO2 contribuiscono a rendere questo scenario ancora più complesso“. “Stiamo collaborando con le parti interessate – prosegue il Ceo – per chiedere che le salvaguardie siano rafforzate con l’obiettivo di impedire un ulteriore aumento delle importazioni dovuto alla continua sovraccapacità globale e a un indebolimento dell’economia nei Paesi limitrofi alla Ue, inclusa la Turchia. Continueremo inoltre a sostenere l’introduzione di misure adeguate per garantire che, in Europa, importatori e produttori sostengano gli stessi costi della CO2. L’industria siderurgica in Europa può avere un forte futuro, ma è necessario garantire parità di condizioni, affinché non venga concesso un vantaggio sleale ai concorrenti extra Europa”.

A Cracovia, la produzione primaria (che comprende l’altoforno e le acciaierie) sarà temporaneamente sospesa. Il mercato siderurgico polacco – spiega la società – è stato particolarmente colpito a causa dell’aumento delle importazioni di acciaio russo nel 2018 e di un mercato caratterizzato dai più alti prezzi dell’elettricità in Europa. Nelle Asturie, la produzione primaria verrà ridotta. I costi dell’elettricità, infatti, sono molto alti anche in Spagna. Inoltre, il mercato dell’Europa meridionale è stato colpito da un aumento senza precedenti delle importazioni provenienti da Paesi non membri Ue. “Nonostante l’introduzione nel febbraio 2019 delle tariffe di salvaguardia permanenti nella UE – afferma ArcelorMittal nel comunicato – si è registrato un costante aumento delle importazioni di prodotti piani in Europa. In Europa, infatti, le importazioni di questo tipo sono attualmente ai massimi storici, con le importazioni di coil laminati a caldo in aumento quest’anno del 37% a partire dal 2017 su base annua. Inoltre, il prezzo della CO2 è aumentato di circa il 230% dall’inizio del 2018, determinando un’ulteriore pressione competitiva sui produttori siderurgici europei. Nel sistema di scambio di quote di emissioni della Ue (Ets), solo l’acciaio prodotto in Europa è soggetto a una tassa sulla CO2. ArcelorMittal ha già chiesto l’introduzione di misure per cui l’acciaio importato abbia gli stessi standard applicati alla CO2 per l’acciaio prodotto in Europa ai sensi dei regolamenti previsti dall’Ets”.

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