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Exco 2019, arriva “un nuovo tipo di cooperazione”

EXCO 2019

Dopo la giornata inaugurale, che ha visto la partecipazione, tra gli altri, del ministro dell’ambiente Sergio Costa e del Vicepremier Luigi Di Maio, a Exco 2019 si continuano ad esplorare le tematiche connesse alla cooperazione internazionale. Nel suo secondo giorno la manifestazione, con un focus che ha visto protagonista l’Africa, “continua ad andare molto bene”, dice l’amministratore unico della Fiera di Roma Pietro Piccinetti: un successo “stellare” dato non sono dalla quantità di partecipanti, ma “dalla loro qualità: gli interventi sono stati fantastici e di altissimo livello”. Piccoli “mattoncini”, li chiama Piccinetti, per un nuovo tipo di cooperazione.

Per la tematica della cooperazione internazionale, sottolinea Piccinetti, “non esiste una manifestazione del genere” e il percorso per realizzarla “è stato tortuoso”, ma il riscontro avuto è stato abbastanza per pensare già al 2020: “abbiamo già annunciato la data: il 13, 14 e 15 maggio saremo ancora qui. E saremo ancora più grandi”.

La formula del partenariato pubblico-privato è quella che riceve maggiori adesioni e consensi, e a cui si guarda con forti aspettative. “La piattaforma di Exco – ha detto Aichatou Boulama Kanè, ministro della pianificazione Niger – è una cooperazione pragmatica”. Permette di affrontare in modo nuovo “questioni urgenti, come la sicurezza alimentare, le questioni rurali, il terrorismo, l’emigrazione, che rendono fragili i popoli. Gli aiuti allo sviluppo non servono solo ai paesi poveri, servono a tutti”. Dal Country focus sul Senegal, paese in piena crescita, è emerso che molti migranti senegalesi sognano di tornare a casa per lavorare con dignità e serietà; agricoltura, pesca, turismo sono settori chiave, strategica anche qui la collaborazione pubblico-privato: un dispositivo di accompagnamento per favorire joint venture intelligenti sarebbe utile per valorizzare la “ricchezza umana dei migranti”.
Di lotta alla pesca clandestina hanno parlato l’Utap (Unione tunisina per l’Agricoltura e la pesca) e Federpesca che insieme stanno realizzando un progetto e che combatte non solo la pesca illecita ma favorisce il benessere del Mar Mediterraneo. “Pochi giorni fa abbiamo sottoscritto a Tunisi un’intesa strategica con l’omologa Utab per la conservazione delle risorse comuni tra le due rive e per il rilancio del partenariato produttivo e commerciale”, ha ricordato il presidente Federpesca, Luigi Giannini, “ora stiamo sollecitando l’impulso del nostro Governo, della comunità scientifica e dell’imprenditoria interessata all’attivazione concreta di tutti gli strumenti per consentire uno sviluppo armonico e sostenibile delle due economia ittiche”.
La sostenibilità, uno dei temi chiave della manifestazione, è stata affrontata anche nell’ottica della produzione del caffè. Andrea Illy, dell’omonima azienda, ha sottolineato che solo un approccio in tal senso significa “poter produrre caffè anche per le prossime generazioni”. Un rischio reale nella produzione di caffè è rappresentato dall’impatto del cambiamento climatico; ecco perché c’è bisogno di interventi innovativi (come nuove pratiche agronomiche e nuove varietà) che richiedono inevitabili investimenti. “Da qui la necessità – ha precisato – della partnership fra pubblico e privato”. Per Illy, la questione deve poter essere affrontata anche tenendo conto della qualità del caffè (“che va promossa a tutto campo”), a partire dai prezzi che devono essere equi: “ci si dovrebbe chiedere perché se si beve più caffè, è anche più caro”. Illy ha ricordato anche l’importanza della formazione sottolineando l’attività delle Università del caffè, nate 20 anni fa, che ora registrano 28 sedi nel mondo, 28 mila partecipanti l’anno, 265 mila in totale nel corso dei due decenni. A seguire i corsi, agricoltori, esercenti e consumatori. Sul tema, tra gli espositori presenti, da segnalare un’azienda che si occupa proprio di caffè: Purosole ha inventato un nuovo modo di tostarlo, nel nome della sostenibilità energetica.

Proprio l’energia è uno dei fattori chiave, considerando come nei discorsi di cooperazione internazionale vadano considerati anche gli obiettivi dell’Agenda 2030. “Considero l’energia un settore dove abbiamo bisogno di maggiori investimenti e dove potremo essere messi alla prova per capire se vorremo veramente raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030”. Lo ha dichiarato Luca Maestripieri, direttore dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics), in occasione del suo intervento nel dibattito “Il ruolo delle energie rinnovabili” alla fiera della cooperazione Exco 2019 a Roma. “L’energia è essenziale” tra gli obiettivi di sviluppo sostenibile e “il luogo dove la partnership pubblico-privato deve trovare la sua base naturale”, ha aggiunto il direttore Aics. In questo senso, “da parte dell’agenzia, faremo tutto il possibile per promuovere questa partnership”, e il settore privato “potrà contare su di noi per ottenere progressi su questo aspetto”, ha sottolineato.

In occasione della seconda giornata di Exco 2019, sette aziende sono state insignite di altrettanti premi nel concorso “Best Performer dell’economia circolare”, lanciato da Sistemi Formativi Confindustria in partnership con Luiss Business School, 4.Manager – associazione di Federmanager e Confindustria – e il supporto di Enel X. Il concorso nasce per raccogliere le migliori pratiche nell’ambito della sostenibilità e dell’economia circolare. Al concorso hanno partecipato centinaia di imprese, e oggi c’è stata l’ultima tappa del progetto, con la consegna dei riconoscimenti in occasione del workshop “Management e imprese alla sfida dell’economia circolare” a Exco 2019. Ad aggiudicarseli, Feralpi (categoria Grandi imprese manifatturiere); Regenesi (Pmi manifatturiere); Ifco Systems (Grandi imprese di servizi); Neorurale (Pmi di servizi); Hera (Grandi imprese di servizi ecologici); Dismeco (Pmi di servizi ecologici); Gruppo Novamont (Premio speciale “Competenze per la sostenibilità”). In particolare, 4.Manager ha voluto consegnare un premio speciale per la sostenibilità ambientale a Novamont, azienda leader nel settore delle bioplastiche ed esempio di sviluppo industriale in una logica di rigenerazione territoriale e valorizzazione delle infrastrutture. “Il premio che abbiamo assegnato oggi è un modo per sostenere le esperienze industriali in cui produttività e rispetto dell’ambiente vanno di pari passo”, ha dichiarato in una nota Stefano Cuzzilla, presidente di 4.Manager e Federmanager. Secondo 4.Manager, le imprese sono chiamate nei prossimi anni a transitare verso nuovi modelli di business sostenibili, e il manager della sostenibilità è una figura fondamentale che nasce per trainare le imprese nella rivoluzione da un modello di business lineare a circolare. “Sono figure che saranno sempre più richieste dal mercato del lavoro”, ha sottolineato Cuzzilla. Per Andrea Bianchi, direttore Area Politiche Industriali di Confindustria, “per cambiare paradigma e passare da una economia lineare a una economia circolare è necessario un impegno collettivo che riguarda prima di tutto le imprese. Per questo noi riteniamo che ci sia bisogno di una formazione molto forte per cambiare la cultura aziendale”, ha sottolineato nel suo intervento al workshop.

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