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Fca ha presentato la proposta di fusione a Renault

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Dopo le indiscrezioni di stampa arriva la conferma: Fca ha presentato una proposta per una fusione con il gruppo Renault “per creare uno dei principali gruppi automobilistici al mondo”. La società risultante dalla fusione sarà detenuta per il 50% dagli azionisti di Fca e per il 50% dagli azionisti di Groupe Renault – che intanto conferma di aver ricevuto la proposta e di volerne discutere in cda – una struttura di governance paritetica e una maggioranza di consiglieri indipendenti. La fusione porterà a 5 mld di euro in sinergie annuali, coprirà praticamente tutti i settori del mercato auto in maniera estensiva, dal lusso ai veicoli commerciali, e spingerà l’acceleratore sulle nuove frontiere: elettrico e guida autonoma.

La notizia è stata presa bene dai mercati, sia in Italia che in Francia: il titolo Fca, sulla spinta della proposta di fusione, è salita in apertura fino al 17% a 13,44 euro mentre la controllante Exor è avanzata del 10% a 62,32 euro. Anche Renault vola in Borsa, in scia alla proposta di fusione con Fca. Le azioni, che non sono riuscite subito ad entrare in contrattazione a Parigi a causa delle pressioni rialziste, salgono del 15,73% a 57,85 euro.

Un progetto che, in attesa della benedizione politica italiana, ha già quella francese: il governo parigino è “favorevole” e “incoraggia” la fusione tra Fca e Renault, anche se aspetta di conoscerne tutte le condizioni. Lo ha detto il portavoce del governo francese Sibeth Ndiaye, secondo quanto riporta Bloomberg. La fusione promuoverebbe “la sovranità economica” dell’Europa, dove “abbiamo bisogno di giganti”. Ndiaye ha ricordato che la scorsa settimana il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire, ha incontrato il presidente di Renault, Jean-Dominique Senard, per parlare dell’operazione.

Secondo i termini della proposta, gli azionisti di ciascuna società riceverebbero una quota azionaria equivalente nella società risultante dalla fusione. L’aggregazione verrebbe effettuata come operazione di fusione sotto una capogruppo olandese. Il Consiglio di amministrazione della società risultante dalla fusione – spiega Fca nel suo comunicato – sarebbe inizialmente composto da 11 membri con una maggioranza di consiglieri indipendenti e con un numero uguale di consiglieri, 4 ciascuna, in rappresentanza di Fca e Groupe Renault ed uno designato da Nissan. Inoltre, non sarebbero trasferiti i diritti di doppio voto oggi esistenti. Tuttavia, tutti gli azionisti avrebbero la possibilità di acquisire loyalty voting rights dal completamento della transazione nell’ambito di un sistema di loyalty. La società capogruppo sarà quotata sulla Borsa Italiana (Milano), Euronext (Parigi) e al New York Stock Exchange.

La fusione tra Fca e gruppo Renault non comporterà nessuna chiusura di stabilimenti, precisa Fca. I benefici dell’operazione proposta non si otterrebbero con la chiusura di stabilimenti ma deriverebbero da investimenti più efficienti in termini di utilizzo del capitale in piattaforme globali dei veicoli, in architetture, in sistemi di propulsione e in tecnologie. Fca ha una storia di aggregazioni di successo tra costruttori con culture diverse per creare solidi leadership team e strutture dedicate a un singolo obiettivo, si legge ancora. Quindi, il consiglio di amministrazione di Fca crede fermamente che l’aggregazione, che avrebbe la dimensione, l’esperienza e le risorse per destreggiarsi con successo nell’industria automobilistica in rapida evoluzione, creerebbe nuove opportunità per i dipendenti di entrambe le società e per i principali stakeholder.

Fca stima oltre 5 miliardi di euro di sinergie annuali in aggiunta alle sinergie esistenti nell’Alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi. L’aggregazione delle attività – spiega la nota – metterà insieme punti di forza complementari. Il portafoglio marchi fornirebbe una copertura completa del mercato con una presenza in tutti i segmenti chiave dai marchi di lusso e premium come Maserati e Alfa Romeo, Dacia e Lada e includerebbe Fiat, Renault, Jeep e Ram così come i veicoli commerciali. Queste sinergie – spiega Fca – deriverebbero principalmente dalla convergenza delle piattaforme, dal consolidamento degli investimenti nei sistemi di propulsione e nell’elettrificazione e da economie di scala. Fca stima, basandosi sulla propria esperienza, che circa il 90% delle sinergie deriverebbe da risparmi di acquisto (40%), efficienze R&S (30%), produzione e efficienze delle attrezzature (20%). In queste stime sui risparmi sarebbe inclusa la possibilità di ridurre il numero complessivo di piattaforme di veicoli di circa il 20% e delle famiglie di motori di circa il 30%. Si prevede che il totale delle sinergie stimate sarà raggiunto entro la fine del sesto anno dalla chiusura dell’operazione, con circa l’80% raggiunto nel quarto anno. Tenendo conto dell’impatto dei circa 3-4 miliardi di euro dei costi di implementazione cumulativi, si stima che le sinergie produrrebbero un flusso di cassa netto neutro nel primo anno e positivo a partire dal secondo anno in avanti.

L’aggregazione proposta tra Fca e gruppo Renault porterà alla nascita del terzo più grande costruttore automobilistico con 8,7 milioni di veicoli venduti e una forte presenza di mercato nelle regioni e nei segmenti chiave, si legge nella nota. In realtà i numeri sono ancora superiori, calcolati sommando le vendite di Renault-Nissan e di Fca: il risultato dell’addizione è di 15,6 milioni di vendite annuali.

Nascerebbe, in ogni caso, uno dei principali produttori di auto al mondo in termini di fatturato, volumi, redditività e tecnologia a beneficio dei rispettivi azionisti e degli stakeholder delle società. La società – sottolinea la nota di Fca – risultante diventerebbe un leader mondiale nel settore automobilistico in rapida evoluzione con un forte posizionamento nelle nuove tecnologie inclusi i veicoli elettrici e quelli a guida autonoma. Il nuovo gruppo sarebbe “leader mondiale nelle tecnologie Ev, nei marchi premium, nei suv, nei pickup e nei veicoli commerciali e avrebbe una più ampia e più bilanciata presenza globale rispetto a quella che ciascuna società ha da sola”.

Fca “è impaziente, quale parte di unica azienda con Groupe Renault, di lavorare con le società partner dell’Alleanza di Groupe Renault alla ricerca dei modi in cui creare ulteriore valore per tutti i membri dell’Alleanza”, scrive Fca nel comunicato che contiene i termini della proposta avanzata che per ora “si concentra su di una aggregazione tra Fca e Groupe Renault”. Dalla fusione di queste due società – viene spiegato – matureranno per Nissan e Mitsubishi, per il semplice fatto di essere nell’Alleanza, sinergie per un miliardo, incrementale su base annua.

Una più ampia collaborazione tra Fca e gruppo Renault tramite una aggregazione “migliorerebbe sostanzialmente l’efficienza del capitale e la velocità nello sviluppo dei prodotti”. Il progetto è anche “rafforzato dal bisogno di prendere decisioni coraggiose per cogliere su larga scala le opportunità che si sono create nel settore automobilistico in campi come la connettività, l’elettrico e i veicoli a guida autonoma”. Fca ha allo studio un’ipotesi di spin off di Comau. Prima che l’operazione di fusione con il gruppo Renault sia completata – spiega nella nota – per attenuare la disparità dei valori sul mercato azionario, gli azionisti di Fca riceverebbero anche un dividendo di 2,5 miliardi di euro. Inoltre, prima del completamento dell’operazione, sarebbero distribuite agli azionisti di Fca le azioni Comau oppure un dividendo aggiuntivo di 250 milioni di euro se lo spin-off di Comau non dovesse avere corso.

Alcune indicazioni previsionali sull’assetto delle azioni Fca dopo l’operazione vengono elaborate nell’appendice allegata al comunicato. In particolare si ipotizza, rispetto al prezzo di 11,46 euro per azione alla chiusura di venerdì scorso, un prezzo che alla fine viene rettificato a 9,70 euro dopo aver staccato il ”dividendo per compensazione” di 2,5 miliardi (che vale 1,6 euro per azione) e aver sottratto un ulteriore valore di 250 milioni (0,16 euro per azione) se non si verificasse lo spin off di Comau o la vendita con distribuzione del ricavato netto. Il valore del concambio per raggiunger la proprietà paritaria 50/50 sarebbe di 5,329. Il valore implicito dell’azione del Groupe Renault sarebbe invece di 51,68 euro scontando un dividendo ordinario che sarà all’esame dell’assemblea degli azionisti il prossimo 12 giugno (con pagamento il 18 giugno) e che quindi porta il valore implicito totale per azione del Groupe Renault a 55,23 euro.

Dal punto di vista geografico, in base alle vendite globali di Fca e di Groupe Renault del 2018, la società risultante dalla fusione sarebbe la quarta nel Nord America, la seconda in Emea e la prima in America Latina e avrebbe maggiori risorse necessarie per accrescere la propria presenza nella regione Apac. Su una semplice base aggregata, sulla base dei risultati 2018, i ricavi della società risultante dalla fusione – spiega Fca – sarebbero quasi 170 miliardi di euro con un utile operativo di oltre 10 miliardi di euro e un utile netto di oltre 8 miliardi di euro.

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