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Lettera Ue sul debito prepara procedura infrazione

Poche righe per constatare che l’Italia “non ha fatto sufficienti progressi sul debito” e chiedere chiarimenti da recapitare a Bruxelles entro il 31 maggio. Era attesa la comunicazione da parte della Commissione Ue ed è arrivata puntuale. E’ il passaggio che prelude all’apertura di una procedura di infrazione. A sua volta, anticamera della richiesta di una manovra correttiva che potrebbe accompagnare la decisione

Nella lettera inviata al ministro dell’Economia, Giovanni Tria, il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis e il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici, spiegano che la Commissione “valuta la preparazione di un rapporto in base all’articolo 126.3 del trattato, su cui il Comitato economico e finanziario (Efc) darà la sua opinione”. I commissari ricordano quindi che gli Stati membri possono evidenziare fattori rilevanti che possono aiutare a comprendere complessivamente “in termini qualitativi l’eccesso rispetto al parametro di riferimento”. Per questo, per permettere alla Commissione di prendere interamente in considerazione le informazioni aggiornate sui fattori rilevanti, “apprezzeremmo – scrivono Moscovici e Dombrovskis – di ricevere una risposta entro il 31 maggio”.

Proprio sul debito è arrivata una dura presa di posizione da parte della Corte dei Conti. “La riduzione del debito pubblico è essenziale per la stabilità finanziaria dell’Italia. Ma “il permanere di condizioni di incertezza sulla possibilità che nel medio termine si possa imboccare un sentiero decrescente rischia di incidere negativamente sulle stesse prospettive di crescita del Paese”, evidenzia la magistratura contabile nel Rapporto 2019 sul coordinamento della finanza pubblica.

La Corte dei Conti individua anche nel finanziamento in deficit di alcune misure di politica economica, a partire dal reddito di cittadinanza, un rischio per la tenuta dei conti. Il finanziamento in deficit de reddito di cittadinanza “è motivo di preoccupazione per gli equilibri di bilancio di medio termine, date le condizioni di elevato debito pubblico”. Ora, “un eventuale minor esborso rispetto alle stime originarie andrebbe utilizzato, almeno sotto lo stretto profilo della sostenibilità dei conti pubblici, per ridurre il disavanzo e rientrare dal debito”, proseguono i magistrati contabili.

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