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Cresce il business dei droni. E anche il traffico aereo

I cieli italiani sono sempre più trafficati. A guidare l”infestazione’ sono i nuovi colonizzatori dell’aria sotto i 25 kg: i droni. Oltre 3.500 richieste di permessi per operazioni specializzate nel 2018. Ma a decollare è tutto il comparto aereo, che nel 2018 è cresciuto del 5,8%. Questi i dati diffusi dall’Enac nel Rapporto annuale.

In particolare, nel 2018 sono state valutate 3.502 dichiarazioni di operatori Sapr (Sistemi aeromobili e pilotaggio remoto) per operazioni specializzate, con l’emissione di 585 autorizzazioni per operazioni specializzate critiche e 6 permessi di volo per droni con massa superiore ai 25 kg. Dai servizi fotografici e televisivi alle ispezioni di edifici, tralicci elettrici e oleodotti, l’utilizzo è sempre più vario.

Il 2018 ha anche confermato la fase di crescita di tutto il trasporto aereo, a un totale di quasi 185 milioni di passeggeri, con Ryanair che si conferma prima compagnia per i voli internazionali e Alitalia prima per quelli nazionali. I vettori low cost hanno ormai più della metà del mercato (51,3%, che sale al 56% sul nazionale) e Fiumicino mantiene lo scettro di aeroporto principale con il 23,2% del traffico.

Nel Rapporto, tuttavia, viene evidenziato che l’andamento con segno più è accompagnato da altrettanti reclami. Da cui l’appello alle istituzioni del presidente Enac Nicola Zaccheo per un rafforzamento dell’organico e dell’Autorità dell’ente per far fronte ai reclami con le dovute misure e sanzioni, e per premere l’acceleratore per un nuovo piano nazionale aeroporti. Lo scenario, infatti, rischia di aggravarsi nei prossimi anni: con le attuali stime di crescita del traffico (nel 2040 +53% dal 2017), gli scali europei rischiano di trovarsi impreparati, avverte Zaccheo, indicando l’urgenza di aggiornare il Piano nazionale degli aeroporti, che risale appena al 2014 e su cui l’Enac, su richiesta del Ministero dei trasporti, sta già lavorando (le valutazioni arriveranno in autunno).

Dall’Enac, però arriva anche un grido d’allarme alle istituzioni: “L’Ente è sano, ma è un po’ in sofferenza per le risorse” (servirebbe il doppio delle 681 persone in organico), sottolinea Zaccheo, chiedendo una “riflessione seria sulla natura dell’Ente”, rafforzandone il ruolo di Autorità. L’obiettivo del neo presidente (in carica da marzo) è anche quello di “portare avanti una maggior attività sanzionatoria”: l’anno scorso l’Ente ha ricevuto 5.867 reclami (il 90% per ritardo o cancellazione del volo) e ha avviato 81 sanzioni per 262.867 euro.

L’Ente intanto incassa il plauso del ministro dei trasporti Danilo Toninelli, che lancia invece una stoccata all’ex presidente Vito Riggio (l’Enac è stato “per lungo tempo una sorta di piccola repubblica autonoma”). E bacchetta gli aeroporti: basta all’abitudine di “applicare adeguamenti tariffari senza attendere l’approvazione amministrativa dei contratti di programma attraverso il decreto interministeriale Mit-Mef”.

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