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Draghi: se serve nuovo stimolo, anche taglio tassi. Trump lo attacca

Non è di certo finita la missione della Bce. Anzi, potrebbe essere necessario rimettere in campo presto nuove misure straordinarie. Il presidente della Bce, Mario Draghi, parlando al simposio delle banche centrali a Sintra, Portogallo, continua a tracciare il solco entro il quale dovrà muoversi il suo successore. “In assenza di un miglioramento, al punto che sia minacciato il ritorno di un’inflazione sostenibile ai livelli desiderati, sarà necessario un ulteriore stimolo“, premette, per poi aggiungere: “Ulteriori tagli dei tassi e misure per mitigare qualsiasi effetto collaterale continuano a far parte degli strumenti a nostra disposizione“. Questo, ricordando che il programma di acquisto di asset (il quantitative easing) “ha ancora uno spazio considerevole”.

La prima reazione è dei mercati. Positiva su tutta la linea: cala lo spread, sale la borsa. E cala l’Euro sul dollaro. Proprio l’effetto sul cambio provoca la reazione, scomposta, del presidente Usa, Donald Trump. Su Twitter una replica secca: “Mario Draghi ha appena annunciato il possibile arrivo di altri stimoli, facendo immediatamente calare l’euro contro il dollaro, e rendendo ingiustamente più facile per loro competere con gli Stati Uniti. Sono anni che lo stanno facendo, insieme alla Cina e ad altri”.

Al netto della polemica politica, le parole di Draghi derivano dall’analisi economica e congiunturale. “Guardando in avanti, lo scenario dei rischi rimane negativo, e gli indicatori per i prossimi trimestri indicano una debolezza persistente. Non si sono dissipati quei rischi evidenti durante tutto lo scorso anno, in particolare i fattori geopolitici, la crescente minaccia del protezionismo e le vulnerabilità dei mercati emergenti”, evidenzia il numero uno dell’Eurotower, notando che “il trascinarsi dei rischi ha pesato sull’export, specie sull’industria manifatturiera”.

Ma la politica monetaria, come ha sempre sostenuto Draghi durante il suo mandato, non basta. “La politica di bilancio deve giocare il suo ruolo” fornendo uno stimolo all’economia quando questa è debole, e non lasciando alla sola Bce questo compito. Una posizione a cui si aggiunge un giudizio duro sull’operato di alcuni governi. “Nell’ultimo decennio l’aggiustamento macroeconomico è toccato sproporzionatamente alla politica monetaria. Abbiamo persino visto casi in cui la politica fiscale è stata pro-ciclica andando in direzione contraria allo stimolo monetario”.

 

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