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Banche vogliono più garanzie da imprese, calano prestiti

di Massimo Lapenda – Le banche aumentano le richieste di garanzie alle imprese per i prestiti ed il primo effetto è quello di una sforbiciata da 45 mld di euro. In un anno, secondo uno studio della Federazione autonoma bancari italiani (Fabi), la riduzione dei prestiti è stata del 6,37% attestandosi a 658 mld a giugno scorso rispetto ai 703 mld dello stesso periodo del 2018.

Sulle minori erogazioni, secondo informazioni raccolte dalla Fabi nella rete bancaria, pesa sempre di più il netto calo delle domande di prestito da parte della clientela. Una contrazione legata soprattutto alla progressiva “crescita delle garanzie”. L’11% delle imprese italiane (dall’8,5% del 2018) dichiara di non essere interessato alla richiesta di credito perché prevale un “sentimento di scoraggiamento”.

Da una recente statistica della Bce emerge come, dopo la Grecia, Italia, Francia e Irlanda abbiano la percentuale più alta di imprese che non nasconde di avere difficoltà nella richiesta di finanziamenti alle banche. Sul calo del credito hanno inciso diversi fattori come ad esempio le cartolarizzazioni di prestiti in corso e lo smaltimento delle sofferenze.

In dodici mesi sono state registrate operazioni di cartolarizzazioni per 16,3 mld, ammontare che ha portato la cifra complessiva da 122 a 138 mld di euro pari a una crescita del 13,36%. È proseguita anche la tendenza della cessione delle sofferenze con il totale dei crediti deteriorati sceso, nel corso dell’ultimo anno, del 33,52%: lo stock era a 59 miliardi a giugno 2019 contro i 90 miliardi di giugno 2018.

È il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, a ricordare come talvolta, per un prestito si arriva a chiedere garanzie “fino a cinque volte superiori l’importo iniziale. Non vengono quasi mai finanziate le idee degli imprenditori, così come invece avviene negli Stati Uniti e dei paesi anglosassoni”. Il ritorno costante agli utili, la crescita dei coefficienti patrimoniali e la vendita dei crediti deteriorati hanno consentito di ripulire i bilanci delle banche, riposizionando il settore tra i migliori in Europa. Ora il settore deve “impegnarsi – conclude Sileoni – per sostenere le economie dei territori rendendo più facile, snello ed efficace l’accesso al credito, oggi rallentato da un eccesso di garanzie richieste alla clientela”.

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