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Nuovo ministro dell’Economia, un tris di ‘tecnici’

Il toto-ministri è, per sua natura, un esercizio alimentato da voci di corridoio e indiscrezioni che spesso si sgonfiano nel giro di poche ore. I nomi vanno e vengono, spesso fatti trapelare per interessi personali. O per bruciare potenziali candidati. E il governo Cinquestelle-Pd che sta nascendo non si sottrae alla tradizione. C’è però una casella, quella dell’Economia, che assume un peso particolare. Si è parlato con insistenza della scelta di un tecnico. Non tanto per la terzietà rispetto ai due schieramenti, perché è prevedibile che possa essere comunque una personalità indicata dal Pd, visti gli equilibri che si stanno delineando. Quanto per la necessità, in questa fase, di individuare un profilo che possa assorbire la pressione, e le conseguenze in termini di popolarità, di scelte difficili. E che possa rappresentare una garanzia, sia per il Quirinale sia nei rapporti con le istituzioni europee.

Tre, secondo le indiscrezioni che ricorrono, i nomi presi in considerazione in queste giorni: Carlo Cottarelli, Lucrezia Reichlin e Daniele Franco. Tre profili diversi tra loro, con il denominatore comune della riconosciuta competenza e dello standing internazionale.

Cottarelli, ex Fmi, è l’uomo al quale il Capo dello Stato Sergio Mattarella ha conferito l’incarico esplorativo per la formazione di un governo subito dopo le elezioni del 4 marzo 2018. Negli ultimi quindici mesi, con il suo osservatorio sui conti pubblici, ha portato avanti una puntuale opposizione alla politica economica del governo giallo-verde. Reichlin è un’economista che ha un solido curriculum internazionale. Professore ordinario di economia alla London Business School, è stata direttore generale alla Ricerca alla Banca centrale europea. Sarebbe la prima donna a guidare il ministero di via XX Settembre e aiuterebbe a risolvere il problema ‘quote rosa’ in un governo che dovrebbe avere a cuore la parità di genere. Franco, ex Ragioniere generale dello Stato, è stato da poco nominato vice direttore generale di Bankitalia. Nella stessa tornata di nomine in cui Fabio Panetta è diventato il direttore generale di Via Nazionale. Qualcuno, tra le fonti parlamentari, ha ipotizzato anche il suo nome ma sembra difficile che possa lasciare l’incarico, a cui si unisce la guida dell’Ivass, che ha assunto da poco.

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