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Manovra da 30 mld. Gualtieri: è il ‘conto del Papeete da pagare’

di Silvia Gasparetto – Una manovra da circa 30 miliardi, che sfrutterà “al massimo” i margini di flessibilità consentiti dalle regole europee e che porterà a una “piccola espansione”. Alla sua prima comparsa in tv alla vigilia del varo della nota di aggiornamento al Def il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, traccia le linee generali della politica economica del governo giallorosso. Che punterà su un “grande piano di investimenti” green, “alla tedesca”, e su un primo taglio del costo del lavoro.

Per fare quadrare i conti, oltre alla leva del deficit che sarà fissato “con una saggia via di mezzo” tra il 2% e il 2,4%, quindi presumibilmente al 2,2%, l’esecutivo sta però valutando ritocchi dell’Iva, da legare agli incentivi ai pagamenti elettronici, con l’obiettivo di produrre “una riduzione dell’Iva non aumento”. E questo, spiega il titolare di via XX Settembre “può essere fatto attraverso rimodulazione selettiva o altri meccanismi”.

Sul tavolo del Mef, viene spiegato, ci sono diverse simulazioni, alcune che prevedono ad esempio, rincari per le aree più a rischio evasione (i servizi in particolare) e riduzioni “per i beni di largo consumo”, ad esempio la carne. Ancora “non è stato presentato nessun piano”, precisa però lo stesso Gualtieri invitando tutti “alla calma”.

Ma il nervosismo cresce nella maggioranza: la scelta di rimodulare, sia pure in maniera selettiva, alcune aliquote Iva, piace poco a ministri e parlamentari, perché molto difficile da spiegare agli elettori. Dubbi trapelano sia dal Pd che dal M5s, anche se la scelta è non fare polemica e leggere le norme. “Sarebbe stato preferibile aumentare il deficit – dice un dirigente Dem – ma Gualtieri non intende farlo”.

Da sinistra arriva un netto “no” di Stefano Fassina, deputato di Leu. E Matteo Renzi è pronto a votare contro al Senato, dove Italia Viva è determinante. Mentre è già all’attacco il centrodestra, che denuncia l’arrivo di una “grandinata fiscale”. E gli stessi negozianti, per voce di Confcommercio bocciano l’ipotesi di scambiare aumenti Iva o “aliquote differenziate” con un taglio del cuneo fiscale.

Il problema è che il governo M5s-Lega ha lasciato “il conto del Papeete da pagare”, denuncia Gualtieri, spiegando che l’intervento sull’Iva nasce anche dalla necessità di porre rimedio agli errori di Salvini. “L’aumento Iva l’ha lasciato il governo Gentiloni”, ribatte Giancarlo Giorgetti. Una scelta, comunque, non è stata ancora fatta e un confronto decisivo sulle proposte del Tesoro dovrebbe esserci a Palazzo Chigi già in nottata e di sicuro prima del Consiglio dei ministri sul Def.

Il nuovo esecutivo, comunque, non cancellerà, assicura Gualtieri, le due misure di bandiera dei gialloverdi, reddito di cittadinanza e quota 100, perché “un governo serio” non cambia di continuo “la situazione”, in particolare quella previdenziale. Ma certo, l’anticipo della pensione è una misura che andrà ad “esaurimento” e andrà naturalmente in soffitta a fine 2021, magari portando nel frattempo ancora più risparmi.

Mentre sul reddito bisognerà “rafforzare le politiche attive”. Anche per il 2020, spiega ancora il ministro, ci sarà un po’ di spending review ma senza andare a toccare “scuola, sanità e università” perché sarebbe “controproducente”. Anzi, si cercherà di avviare il “superamento del superticket” e di dare un primo segnale di attenzione anche alla famiglia, non solo “con la riduzione o azzeramento delle rette per i redditi medio bassi ma anche la costruzione di nuovi asili nido”.

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