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L’idrogeno è una tecnologia sostenibile?

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Risponde il direttore generale di Irena, Francesco La Camera: barriere tecnologiche, costi e infrastrutture ostacolano la sua crescita.

L’idrogeno, già primo tra gli elementi della tavola periodica, sembra tornato a essere considerato la panacea dei mali ambientali del pianeta. Sono passati quasi vent’anni da quando venne presentato per la prima volta al mondo da scienziati, politici ed economisti come ‘la soluzione’ di molti dei nostri problemi e come chiave di volta di una imminente e inarrestabile rivoluzione dei processi di trasformazione della produzione industriale. In quel tempo, da più parti, si profetizzava uno sfruttamento planetario di questo gas per la produzione di energia elettrica e la propulsione dei mezzi di trasporto. Eppure l’annunciata ‘rivoluzione’ non si è nemmeno lontanamente concretizzata. Era il 2002.

Considerato che solo il 4% della produzione industriale è attualmente ottenuta per elettrolisi dall’acqua (la maggior parte dell’idrogeno prodotto è ricavato oggi da combustibili fossili), l’idrogeno è una tecnologia realmente ‘sostenibile’? Ha senso parlare di ‘fonte rinnovabile’? Fortune Italia lo ha chiesto a Francesco La Camera, da aprile di quest’anno Direttore generale di Irena (International renewable energy agency), l’organismo internazionale con sede ad Abu Dhabi che ha il compito di sostenere e diffondere le energie rinnovabili tra i 160 Paesi aderenti.

In questi ultimi mesi, non solo in Italia, si è tornati prepotentemente a parlare di idrogeno. Perché ancora oggi, dopo oltre 40 anni di investimenti, ricerche e annunci, ci sono tante difficoltà a far partire una reale economia dell’idrogeno?

È vero che ci sono state grandi aspettative in passato. L’attenzione si è concentrata allora sull’economia dell’idrogeno come alternativa definitiva e completa all’economia dei combustibili fossili. L’innovazione ha giocato un ruolo diverso dal previsto. In questi anni abbiamo assistito a una rapida crescita delle energie rinnovabili. Questa crescita si fonda, in gran parte, sul calo dei prezzi di produzione. Le energie da fonti rinnovabili sono più competitive di qualsiasi altra forma di energia in un numero crescente di Paesi. L’evoluzione tecnologica, l’intelligenza artificiale, il diverso approccio del consumatore hanno prodotto oggi un quadro di riferimento diverso. L’idrogeno avrà un suo ruolo, entrando a far parte di un’economia decarbonizzata in cui il mix energetico varierà in base alle caratteristiche e ai potenziali regionali e nazionali.

 

La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di ottobre.

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Illustrazione di Michele Marchionne

 

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