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Bolé Wine, ecco il primo spumante romagnolo

bolé wine novebolle

Un’azienda nata dall’unione di due storiche realtà rivali, un team tutto under 35 e principalmente formato da donne – c’è una sola ‘quota blu’, una rarità di questi tempi – e la valorizzazione del territorio di origine, la Romagna. Sono questi gli ingredienti che hanno dato vita a Bolé Wine, azienda romagnola che pochi mesi fa ha anche ricevuto, per il suo spumante, la denominazione di origine controllata (doc): il ‘Novebolle Romagna doc Spumante’ è diventato ufficialmente il primo spumante romagnolo.

“Un anno e mezzo fa sono stata chiamata dai direttori della Caviro e di Terre Cevico, che sono due cooperative importanti in Emilia Romagna, con 20mila famiglie a fare da soci per un territorio di 20mila metri quadrati. Volevano creare un vino che potesse elevare il valore della Romagna. L’obiettivo era aprire un nuovo segmento di mercato che desse luce al territorio. Mi è sembrata una sfida importante e sono detta ‘perché no?’. E così da allora lavoro, insieme a altre cinque persone, per far conoscere lo spumante in quante più zone possibile”, racconta Nicole Poggi, energica 34enne romagnola che si occupa del brand building dell’azienda. Insieme a lei altre quattro donne e un solo uomo, tutti rigorosamente under 35.

Nicole Poggi, brand building di Bolé Wine

“Questo ci aiuta a far sì che il vino di Bolé Wine sia innanzitutto democratico, cioè rivolto a tutti: dai trentenni che fanno l’aperitivo fino agli over 60 che lo bevono alla domenica in famiglia. Oggi lo spumante è servito principalmente nei ristoranti e nelle enoteche dell’Emilia Romagna, dalle osterie agli stellati, con un costo a bottiglia che va dai 15 ai 20 euro”. E tra i sogni di Nicole e del suo team c’è anche quello che altri produttori romagnoli vogliano entrare nella produzione dello spumante: “l’etichetta doc è stato un risultato importante per noi, perché è come se avessimo creato il primo Franciacorta o il primo prosecco: la potranno usare tutti quelli che vorranno produrre questo vino, basterà metterla nell’etichetta della bottiglia. E il nostro auspicio è proprio questo, che sempre più produttori vogliano entrare in questo settore ovviamente senza svilire il prodotto ma, anzi, tenendo alta la barra”.

La prima bottiglia di “Novebolle Romagna Doc Spumante” è stata presentata al Vinitaly del 2018. E lo scorso anno ne sono state prodotte circa 50mila. “Ma vogliamo aumentare i volumi senza scadere in un prodotto abusato e di mass market”, spiega Poggi. “Vogliamo uscire dai confini della Romagna, già all’estero abbiamo iniziato a vendere in Olanda e siamo in contatto con l’Inghilterra. Nei prossimi mesi punteremo su Spagna e Paesi Baschi. Ci piacerebbe che il Novebolle diventasse un competitor del prosecco in tutto il mondo”.

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