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Mediobanca apre gli archivi: riemerge la storia del salvataggio Olivetti

olivetti mediobanca

Di Marcella Merlo – Mediobanca apre l’archivio storico intitolato a Vincenzo Maranghi dove sono consultabili i documenti dei primi 20 anni di attività, dal 1946 al 1966, in attesa che vengano inventariate e digitalizzate le carte del 1967-1976. Nel primo periodo di esistenza della banca, allora guidata da Enrico Cuccia, cade il Salvataggio di Olivetti, cui è dedicato un volume. Duecento pagine di verbali e documenti sull’operazione realizzata nel 1964 dal Gruppo di Intervento composto da Mediobanca, Fiat, Imi, Pirelli e La Centrale.

Fu letta negli anni successivi, come un’operazione che bloccò la transizione dalle macchine da scrivere ai computer impedendo all’industria italiana di giocare un ruolo di primo piano in un settore dove Ivrea era all’avanguardia. Il percorso si è ripetuto in altri settori e per altri gruppi nel nostro Paese. Da qui l’importanza della messa in trasparenza degli archivi bancari e di quelli delle imprese per dare nuove letture alle vicende economiche.

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Un momento a margine della tavola rotonda per la presentazione di Mediobanca e il salvataggio Olivetti (1964-1966) in occasione dell’apertura dellarchivio storico di Mediobanca, Roma, 19 novembre 2018. ANSA/MASSIMO ALBERICO/FOTOGRAMMA

 

Del resto un archivio è, anche da un punto di vista etimologico, “l’inizio” di una storia. Secondo Giuseppe Berta dell’università Bocconi la tesi dell’occasione perduta tuttavia “viene demolita da questo quaderno che rivela una storia più profonda” a partire “dalla lacerazione nell’azionariato di Olivetti”, un’impresa senza più risorse finanziarie dopo gli spropositati investimenti nella produzione di calcolatori e nell’acquisto della società di macchine da scrivere dell’americana Underwood. In questo contesto la morte di Adriano Olivetti apre le porte al salvataggio organizzato da Mediobanca e alla vendita a General Electric della ‘grande’ elettronica.

“Poteva esserci un’alternativa ragionevole e ben fondata, magari un partner americano o operazione diversa. Ci voleva un diverso retroterra italiano ma non potè essere trovato”. Carlo De Benedetti, intervenuto alla presentazione del volume ha parlato della sua esperienza di 18 anni, cominciata a Ivrea nel 1978, quando rilevò l’azienda “tecnicamente fallita”. Ma non ha lesinato un commento sul salvataggio. “La storia dell’industria italiana deve essere grata a Cuccia. Quella del Gruppo di Intervento era un’ operazione coraggiosa senza la quale Olivetti sarebbe morta già nel 1964”. D’altra parte quella di Olivetti è stata “una storia fantastica di morti: di macchine da scrivere, calcolatrici e dell’ultima invenzione che era il pc”. Tutti prodotti via via spariti, soppiantati da altri.

 

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Da sinistra Piergaetano Marchetti, Renato Pagliaro, Carlo De Benedetti e Giorgio La Malfa in occasione della tavola rotonda per la presentazione di Mediobanca e il salvataggio Olivetti (1964-1966) in occasione dell’apertura dellarchivio storico di Mediobanca, Roma, 19 novembre 2018. ANSA/MASSIMO ALBERICO/FOTOGRAMMA
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