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L’identikit dello shopper online

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Trasparenza, personalizzazione, un occhio allo sconto e l’allergia alla spedizione a pagamento. La polaroid del compratore online italiano è stata scattata da UPS, leader globale della logistica, con lo studio Pulse of the Online Shopper su un campione di 18 mila acquirenti tra 15 Paesi, tra Europa, America e Asia. L’analisi delle abitudini di acquisto dei consumatori è stata realizzata su una platea con almeno due acquisti online nell’arco di tre mesi, dalla fase che precede l’operazione a quella successiva, fino alla consegna.

 

La ricerca indica che il 94% dei clienti italiani effettua ricerche sul prodotto, prima di acquistarlo. E se i consumatori sul web di Francia, Germania, Polonia, Spagna, Regno Unito (media intorno al 90%) si informano in Rete prima di fare clic, gli italiani vanno più sul prezzo e sugli sconti (89%), poi su consegna, inclusi velocità (la consegna in tempi brevi è preferita dai millennial) e costo dell’operazione e solo successivamente sui dettagli del prodotto e le alternative (44%). In caso di acquisto su negozi online esteri, il 94% degli italiani aspetta di visualizzare prima le spese di spedizione, prima di eseguire la procedura. “Gli acquirenti italiani ricercano visibilità, desiderano essere informati in maniera proattiva sulle proprie spedizioni e si aspettano un’esperienza di reso priva di difficoltà. L’identikit degli e-shopper dei vari paesi analizzati offre ai nostri clienti informazioni utili sulle soluzioni di cui hanno bisogno per espandere il loro e-commerce, anche a livello internazionale”, spiega Lotta Vikman, Retail Segment Marketing Manager UPS Italia.

 

Lo studio rivela anche la scarsa propensione dell’e-shopper italiano a pagare la spedizione, scegliendo quella gratuita anche con tempi di transito più lunghi (33%). Sul reso: il 71% spiega che influisce sulla fedeltà futura a un retailer, in un gemellaggio ideale con i francesi (67%). Il 34% degli italiani ha cliccato per la marcia indietro per un acquisto nell’ultimo trimestre, sulle stesse cifre i transalpini (33%), spagnoli (35%), mentre i tedeschi si sono rivelati più esigenti (40%). Sempre sulle abitudini italiane nella restituzione del prodotto, il 77% degli interpellati rispedisce i resi ai venditori/retailer e la ragione principale di un’esperienza di reso negativa è il ritardo nel ricevere il rimborso (25%), mentre politiche non chiare o restrittive infastidiscono una percentuale significativa dei consumatori, come la mancata possibilità di restituire un prodotto in negozio (22%) o il pagamento per il reso stesso (20%).

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