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Sostenibilità, newco e occupazione: ecco l’accordo (a tempo) su Ilva

ilva arcelormittal lucia morselli

In extremis un’intesa è arrivata, anche se non risolutiva: l’amministratore delegato di ArcelorMittal Lucia Morselli e i tre commissari dell’ex Ilva Francesco Ardito, Alessandro Danovi e Antonio Lupo hanno firmato il protocollo d’intesa che getta le basi per la negoziazione, che si svolgerà fino al 31 gennaio (con la prossima udienza fissata per il 7 febbraio, ha deciso il giudice civile Claudio Marangoni), per trovare un accordo vincolante sul rilancio del polo siderurgico con base a Taranto.

“Siamo abbastanza soddisfatti, abbastanza perché questo è solo un preaccordo, ora c’è un percorso da fare, ma ci sono elementi per poter lavorare” ha spiegato Claudio Sforza, dg dell’Ilva in amministrazione straordinaria, uscendo dalla sala del Tribunale a Milano dove è stata firmata la pre-intesa per la negoziazione. “La soddisfazione piena arriverà soltanto dopo”, ha concluso Sforza, riferendosi all’accordo vincolante da trovare entro il 31 gennaio.

Fondamentali saranno le trattative sul nuovo piano industriale ‘green’, sulla newco (con una strutturazione pubblico-privata) che dovrebbe gestirne gli investimenti, e su un nuovo accordo sindacale sull’occupazione. Proprio i sindacati già promettono battaglia, lamentando di essere stati esclusi dalla trattativa. “Le parti riconoscono che l’attuazione del nuovo piano industriale”, chiamato ‘nuovo green deal’ “renderà necessari alcuni impianti di produzione di tecnologia verde e potrebbe richiedere che (…) il Piano Ambientale sia di conseguenza modificato, nel qual caso le parti coopereranno in buona fede al fine di raggiungere tale modifiche il più presto possibile”, si legge nel protocollo di intesa firmato nella sede della Libera associazione forense, in cui si specifica anche che “AM InvestCo farà in modo che le società locatarie gestiscano le rispettive unità aziendali preservandone la piena funzionalità nella misura compatibile con le decisioni giudiziarie”.

ArcelorMittal e l’Ilva in amministrazione straordinaria “stanno elaborando congiuntamente, come base per l’accordo, un nuovo piano industriale” nel contesto “di una transizione verso la tecnologia verde (decarbonizzazione)”. In questo nuovo piano verrà istituita “una nuova società finanziata da azionisti pubblici e/o privati (‘Newco’) al fine di implementare e gestire, tra gli altri, ulteriori impianti di produzione di tecnologia verde nel sito industriale di Taranto”, si legge nel documento, lungo 4 pagine e redatto in inglese.

Per quanto riguarda i posti di lavoro, “il nuovo piano industriale fornirà i dettagli dei livelli di occupazione durante il periodo considerato e coerenti con il nuovo piano industriale. Al fine di raggiungere tali livelli di occupazione, tutte le parti che hanno firmato l’accordo sindacale di settembre 2018, il giorno della firma del nuovo accordo, stipuleranno un nuovo accordo sindacale coerente con i termini ivi stabiliti”. Nella premessa del protocollo c’è spazio per il ruolo del Governo, che, “alla luce dell’interesse strategico nazionale delle attività di Ilva e del suo impegno per realizzare il ‘nuovo accordo verde’, è fortemente impegnato a preservare il business come impresa corrente e gli attuali livelli di occupazione sulla base e coerenti con il nuovo piano industriale attualmente in discussione tra le Parti, che mira a produrre circa 8 milioni di tonnellate di acciaio entro il 2023”.

Nella scorsa udienza a Milano del 27 novembre l’ad Lucia Morselli, sempre davanti al giudice Claudio Marangoni, aveva garantito il normale funzionamento degli impianti e la continuità produttiva. In particolare, l’ad si era impegnata a garantire la produzione fino a un certo numero di kiloton (Kt) per le successive quattro settimane (dalla data della scorsa udienza) e, in particolare, di 10 kiloton, aumentando fino a 12, con una crescita progressiva di produzione. Poi, però, il 10 dicembre è arrivata la decisione del giudice di Taranto sullo stop all’altoforno 2 e, dunque, oggi Morselli, sempre davanti al giudice, pur garantendo la continuità produttiva, ha spiegato che l’azienda potrà farlo nei limiti delle proprie possibilità, considerando appunto la questione di AF02 che è emersa successivamente.

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L’ad di Arcelor Mittal Lucia Morselli (C) nell’aula del tribunale di Milano dopo la firma dell’accordo con i commissari straordinari, 20 Dicembre 2019.
ANSA / MATTEO BAZZI
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