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Il digitale è vento a favore: parla l’Ad di Cisco Italia

Cisco Italia

L’amministratore delegato di Cisco Italia, Agostino Santoni, parla dei progetti e delle strategie della multinazionale. Nuova Rete, cybersecurity e innovazione a portata di tutti per allargare il mercato e non lasciare indietro nessuno.

Solo in una stanza, a Roma, con uno schermo di fronte. Eppure, la conversazione con Milano ti porta in un altro spazio, che presto dimentichi essere virtuale. Non è una semplice teleconferenza. È la possibilità di interagire come se si fosse nello stesso luogo fisico, senza nessuna differenza se non l’assenza di contatto. Parlare in telepresence con l’amministratore delegato di Cisco Italia, Agostino Santoni, è il modo migliore per entrare nel mondo della trasformazione digitale delle imprese. Per una volta, anche un difensore a oltranza delle interviste ‘live’ deve ammettere che la tecnologia è ormai capace di annullare distanze e ‘regalare’ tempo: da quello che concede lo smart working a quello risparmiato spostandosi di meno. Quindi, tecnologia al servizio delle imprese. Partiamo da qui, alla fine di un anno che ha portato con sé anniversari importanti: 30 anni del Web, 20 anni del wi-fi, 25 anni di Cisco Italia. Il legame della multinazionale con il nostro Paese va oltre il ruolo classico che spetta a una filiale commerciale. “Nel gruppo c’è tantissima italianità. Un po’ per le origini, con diverse persone ex Olivetti che sono entrate, un po’ per le scelte fatte successivamente. All’inizio degli anni 2000, c’è stata l’acquisizione di Pirelli Photonics, oggi Cisco Photonics, che ha fatto dell’Italia il polo della ricerca e dello sviluppo nel settore con il campus di Vimercate, alle porte di Milano. E poi gli investimenti per l’Expo, che ci hanno aiutato a comprendere cosa vuol dire fare in concreto una smart city”. Le parole di Santoni aiutano a inquadrare le caratteristiche di un marchio che è ormai considerato quasi un sinonimo della connessione attraverso la Rete. “Cisco è Internet, buona parte delle persone ci conosce per l’associazione tra innovazione, digitale e Internet. Già nel 2015 dicevamo che i nuovi abitanti della rete sarebbero state le cose e i processi, dopo Expo gli investimenti hanno accelerato puntando ad agire soprattutto sul grande inibitore, che era il tema della cybersecurity. Oggi abbiamo allargato il nostro portfolio: tecnologia per le reti Internet e la cybersecurity, piattaforme per la collaboration e il computing. Stiamo parlando di 26mila ingegneri che fanno ricerca e sviluppo per 6 mld investiti ogni anno”. Il messaggio che ricorre può essere sintetizzato con la volontà di connettere, di mettere in relazione e far interagire gli utenti della tecnologia. Per questo, dice Santoni, “tutte le piattaforme devono essere semplici, aperte, programmabili e sicure”.

La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di gennaio.

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