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La soluzione migliore per Alitalia è Lufthansa, secondo Atlantia

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La soluzione proposta da Lufthansa, e il suo ingresso nel capitale di Alitalia, era “capace potenzialmente di consentire un rilancio vero della compagnia di bandiera”. Questa è l’opinione che Atlantia ha inviato alla Commissione Trasporti della Camera, nell’ambito dell’esame del DL su Alitalia, in cui dettaglia il confronto avviato con l’aviolinea tedesca nella ricerca di “un’alternativa percorribile” rispetto a Delta.

Nell’ottobre scorso, Lufthansa ha inviato una manifestazione di interesse “esprimendo la disponibilità a supportare Alitalia tramite una solida alleanza commerciale”. “Sia Atlantia che Ferrovie ritenevano l’ingresso nel capitale di Alitalia una condizione necessaria per poter partecipare come partner industriale al rilancio della compagnia e hanno subito manifestato tale necessità a Lufthansa, che si è detta inizialmente pronta a considerare tale ipotesi. Atlantia, d’accordo con le Ferrovie, ha quindi sin da subito iniziato a lavorare su tale ipotesi di piano alternativa, ritenuta migliorativa rispetto alla proposta di Delta”.

Dal confronto con Lufthansa sono quindi emerse “ipotesi di piano condivise” che “prevedevano una flotta più ridotta, ma comunque in marcato incremento rispetto alla proposta inizialmente avanzata da Lufthansa nel 2018, in virtù del taglio incisivo delle rotte strutturalmente in perdita e di una integrazione a più ampio raggio dei rispettivi network, in particolar modo in Europa dove Alitalia soffre maggiormente la competizione delle compagnie aeree low cost”.

Nel documento, Atlantia evidenzia che “il ridimensionamento della flotta su Fiumicino avrebbe comportato maggiori negatività per Aeroporti di Roma: nonostante ciò, Atlantia, nel solo interesse del rilancio di Alitalia, ha ritenuto necessario di condividere un opportuno ridimensionamento della flotta, tale da consentire ad Alitalia di raggiungere obiettivi di performance economica notevolmente migliorativi rispetto alle ipotesi del piano Delta”. Inoltre, erano state individuate ulteriori aree di ottimizzazione “prevedendo un obiettivo più ambizioso rispetto al piano Delta e prevedendo il raggiungimento di un pareggio operativo sin dal primo anno di piano (rispetto a un pareggio operativo atteso solo a fine piano nello scenario di Delta)”. Oltretutto sugli assetti di governance “Lufthansa ha mostrato la volontà di una partecipazione ‘attiva’ nella gestione di Alitalia, con pieno coinvolgimento nella gestione operativa con pieno coinvolgimento nella gestione operativa”, sottolinea Atlantia.

Quanto poi alla gestione dall’attuale partnership commerciale con Delta a quella con Lufthansa, la compagnia tedesca “aveva dato disponibilità a considerare tutti gli strumenti necessari per facilitare la transizione, prevedendo in particolare l’acquisto di capacità di Alitalia a termini economici pre-definiti, cosa che avrebbe garantito certezza di risorse finanziarie ad Alitalia nel periodo transitorio”, nell’arco dei 18 mesi previsti. “In conclusione, il turnaround iniziale previsto, più rapido e meno rischioso, ed il possibile percorso di crescita nel capitale di Alitalia da parte di Lufthansa nel tempo, prospetta per Alitalia una soluzione definita e completa, capace potenzialmente di consentire un rilancio vero della compagnia di bandiera”.

Atlantia precisa anche che non è vero che si è sfilata dal consorzio: mancavano invece i presupposti industriali. “Il piano Delta è emerso sin da subito come non sostenibile sotto vari aspetti mantenendo un cospicuo numero di rotte strutturalmente in perdita, non dando pieno respiro al potenziale del mercato Nord America (area elettiva di sinergia con Delta), prevedendo una crescita dei ricavi per passeggero mai raggiunta prima, anche in virtù di non precisamente definite iniziative da realizzarsi con Delta, e ipotizzando una ottimizzazione dei costi non supportata da una completa analisi di fattibilità”. Nonostante i “cospicui sforzi intrapresi da Atlantia, volti a mitigare le criticità e a rinforzare il Piano Delta tale scenario è stato considerato inadeguato in quanto Delta non avrebbe rappresentato quel ‘partner industriale’ operativamente coinvolto, di cui il progetto di rilancio avrebbe avuto bisogno”, si legge ancora nel documento.

Per “la mancanza dei presupposti industriali per un rilancio sostenibile e duraturo, come dimostrato dalle particolareggiate analisi sviluppate dagli advisor e dai partner industriali, e di un partner industriale di primario livello, Atlantia non ha rivenuto le condizioni necessarie per poter aderire al Consorzio, come peraltro costantemente evidenziato nei frequenti incontri di aggiornamento tenutisi con l’amministrazione straordinaria. E pertanto non corrisponde a verità che Atlantia si sia ‘sfilata’ dal Consorzio”, aggiunge il gruppo nella sua memoria.

Atlantia intanto “mantiene ferma la disponibilità” a “proseguire – se richiesto – il confronto per l’individuazione del partner industriale e di un piano industriale condiviso, solido e di lungo periodo per un effettivo rilancio di Alitalia”. Così Atlantia in un documento inviato alla commissione Trasporti alla Camera sulla vicenda Alitalia.

Anche dall’Ad di Fs Gianfranco Battisti arriva la conferma che Atlantia chiese la ripresa dei contatti con Lufthansa. Anche lui convocato dalla Commissione Trasporti, Battisti ha innanzitutto specificato che “per noi quella procedura è chiusa”. Al termine di una lunga serie di confronti e verifiche sulla vicenda Alitalia – in cui ad esempio “Lufthansa non ha mai risposto formalmente a nessuna iniziativa che avevamo richiesto” – “Ferrovie è uscita di fatto” dall’operazione: pertanto “abbiamo chiuso i rapporti con nostri advisor e chiesto la restituzione della garanzia offerta il 31 ottobre 2018”. Sui passaggi delle trattative, l’ad ha poi ricordato che “a un certo punto delle contrattazioni Atlantia, ritenendo che Delta non fornisse un contributo sufficientemente forte, ha proposto di riprendere i contatti con Lufthansa”.

Battisti fornisce qualche dettaglio anche sulla nomina del nuovo commissario di Alitalia Giuseppe Leogrande: “noi non abbiamo avuto ruolo”, dice, e “non abbiamo incontrato Leogrande. Non sappiamo che tipo operazione vuole portare avanti, quindi non sappiamo nulla della nuova procedura”.

Quella di Fs su Alitalia è stata una “offerta formulata in maniera chiara ma con condizioni imprescindibili” fra cui che ci fossero “risultanze soddisfacenti su due diligence su ogni singolo aspetto”, sottolinea Battisti. “Non avevamo intenzione di consolidare” la nostra presenza nella compagnia aerea, ha aggiunto, e “chiedevamo soprattutto che ci fosse un primario vettore aeronautico che potesse garantire” le competenze necessarie. Fra le altre condizioni quella che “dall’Antitrust nazionale ed europeo non ci fossero ricadute negative sulla nostra azienda” e che “il Mef garantisse il cambio di statuto sulla possibilità per Fs di svolgere anche servizio di trasporto aereo”.

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