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Il Coronavirus taglierà anche i dividendi?

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La crisi provocata dalla serrata mondiale contro il coronavirus, il crollo dei prezzi del petrolio, i mercati in sofferenza stanno avendo un impatto notevole sulla crescita economica e sulla liquidità delle aziende. Molte società nei settori più colpiti come turismo e ospitalità, trasporto aereo e vendite retail potrebbero dover tagliare o sospendere il pagamento dei dividendi per un periodo per preservare le loro risorse di liquidità e la sopravvivenza dei loro business. È lo scenario tratteggiato dall’analisi di Rory Bateman, Head of Equities, di Schroders, che si concentra sul mondo britannico ma offre spunti validi per le grandi aziende di tutto il mondo.

 

Le aziende che hanno ricevuto assistenza dal governo per rimanere in piedi nonostante il coronavirus troveranno particolarmente difficile giustificare il mantenimento del pagamento dei dividendi agli azionisti. Anche le società che hanno la capacità finanziaria per continuare a erogare dividendi allo stesso livello attraverso un calo temporaneo dei profitti probabilmente adotteranno un approccio cauto, dato l’alto livello di incertezza.

 

Tutte le maggiori banche britanniche – Barclays, Royal Bank of Scotland, HSBC, Lloyds, Santander e Standard Chartered – hanno sospeso il pagamento dei dividendi e i buyback delle azioni per il 2019 e il 2020, si legge nello studio sull’impatto del coronavirus. Le banche hanno infatti subito pressioni dalla Prudential Regulation Authority (PRA). In tutto il mondo le società devono rimandare i loro meeting annuali e i report societari a causa delle misure di lockdown. Ciò implica che il pagamento dei dividendi, che tipicamente richiede un voto di conferma da parte degli azionisti, potrebbe essere rimandato.

L’Europa, sottolinea l’analista, vedrà una stagione dei dividendi particolarmente concentrata. Le società generalmente fissano una deadline entro la quale gli investitori devono diventare azionisti per essere considerati idonei a ricevere il prossimo dividendo. Tale data viene chiamata ”ex-dividend date”. Gran parte di queste date in Europa cadranno nei prossimi tre mesi. La London Stock Exchange ha dichiarato che le società potranno ritardare il pagamento dei dividendi fino a 30 giorni lavorativi.

 

Dato che gli attuali rendimenti sui mercati non riflettono i dividendi che le società saranno in grado di pagare, è probabile che inizieranno a calare nei prossimi mesi. La domanda è: di quanto? Con un livello di incertezza così elevato, è difficile prevedere cosa succederà, avverte Bateman. A seconda di come evolverà la crisi potremmo vedere di tutto, da una ripresa a ”V” a una depressione globale.

 

La crisi finanziaria globale del 2008-09 potrebbe rappresentare un esempio di ciò che ci aspetta. I dividendi crollarono del 18% in dollari a livello globale e del 15% nel Regno Unito nel 2009-10. L’attuale dividend yield del mercato britannico è superiore al 6%. Se crollasse del 25%, l’azionario UK renderebbe comunque più del 4,5%, il che lo rende interessante rispetto a molte altre asset class. In tutto il mondo le società hanno adottato approcci diversi per restituire il denaro agli azionisti, al di sopra di quanto necessario per sostenere e far crescere il loro business. Nel Regno Unito e in Europa, si è sviluppata una ”cultura del dividendo”. Qui potrebbe volerci del tempo prima che i dividend yield tornino ai livelli dell’anno scorso, dato che le società diventeranno probabilmente più conservative nel fissare le policy sui dividendi.

In Asia, il pagamento dei dividendi non è così alto in genere. Le società tendono a mantenere livelli di liquidità più elevati, in memoria della crisi asiatica e a causa dei livelli tradizionalmente più elevati di proprietà familiare. Ciò dovrebbe essere di beneficio per le aziende in quest’area geografica, quando avvieranno la ricostruzione una volta che la crisi inizierà a risolversi.

Negli Usa i buyback delle azioni da parte delle società sono stati particolarmente utilizzati negli ultimi anni. Questa pratica potrebbe sempre più essere messa in discussione, dato che alcune importanti società che hanno pagato miliardi di dollari agli azionisti stanno ora chiedendo miliardi in aiuti di Stato. É possibile che inizieremo a vedere sempre più società in tutto il mondo adottare una policy conservativa sui dividendi, sulla falsariga delle aziende asiatiche. Tuttavia, le conseguenze delle crisi passate indicano che, sebbene le società possano cambiare i loro comportamenti per un paio di anni, spesso tornano poi al modello precedente.

 

Cosa significa tutto ciò per i portafogli focalizzati sull’income? Al momento, i portafogli focalizzati sull’income hanno davanti una scelta tra ridurre il loro focus sulle aziende che non hanno tagliato i dividendi o accettare la riduzione nella distribuzione di reddito. Potrebbe avere più senso, prosegue l’analista di Schroders, accettare questa seconda opzione nel breve termine, dato che le società che effettuano tagli per dare priorità alla liquidità e alla solvibilità spesso hanno una ripresa più rapida rispetto a quelle che mirano al mantenimento del livello dei dividendi a tutti i costi. Nonostante l’intensità degli eventi, riteniamo che in questa fase sia necessario avere un orizzonte di lungo periodo. In circostanze estreme è preferibile che una società protegga il suo bilancio e non che miri a mantenere il dividendo invariato in un contesto completamente diverso. La decisione di mantenere il dividendo invariato può portare alla distruzione del valore per gli azionisti, in una crisi profonda come quella da coronavirus. L’impatto totale di un taglio temporaneo ai dividendi sul valore intrinseco di una specifica società è estremamente marginale e, per chi investe sul lungo periodo, è importante non perdere di vista questo elemento nelle turbolenze di breve periodo.

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