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Confcommercio: ad aprile consumi dimezzati rispetto al 2019

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Il fatidico 18 maggio è arrivato. Da oggi possono riaprire circa 800 mila imprese, ma il completo lockdown di aprile ha avuto conseguenze che il sistema economico italiano non ha mai sperimentato dopo la seconda guerra mondiale. Stando ai dati sulla congiuntura pubblicati oggi dall’Ufficio Studi di Confcommercio, infatti, dopo la flessione del 30,1% di marzo, nel mese scorso i consumi sono crollati, rispetto ad aprile 2019, del 47,6%.

 

“Cifre quasi inverosimili” che, purtroppo, commenta Confcommercio, “testimoniano gli effetti derivanti dalla sospensione, non solo di gran parte delle attività produttive, ma anche di quelle sociali e relazionali dirette”. E la ripartenza, “iniziata già dopo Pasqua e in via di rafforzamento nella prima settimana di maggio, come risulta sia dai consumi giornalieri di energia elettrica che dalle percorrenze dei veicoli leggeri, si presenta ancora densa di difficoltà” si legge nel report. “La questione più grave è la concentrazione delle perdite su pochi importanti settori, come il turismo e l’intrattenimento, che sono anche quelli più soggetti a forme di distanziamento e rigidi protocolli di sicurezza, ma anche la mobilità e l’abbigliamento. Pertanto, la fine del lockdown non sarà uguale per tutti. Ma soprattutto, dopo la riapertura si avvertiranno anche dolorosi effetti su reddito e ricchezza che si protrarranno ben oltre l’anno in corso”, aggiunge Confcommercio.

 

L’altro importante dato pubblicato dall’ufficio studi di Confcommercio è quello relativo al Pil, visto in caduta del 16% a maggio. Il rimbalzo congiunturale del 10,5% del Pil stimato per maggio, dice Confcommercio, appare modesto se confrontato alle cadute di marzo ed aprile e, nel confronto annuo, la riduzione è ancora del 16%. “Non basteranno gli ulteriori recuperi di attività attesi da giugno in poi per cambiare significativamente la rappresentazione statistica di una realtà fragile e profondamente deteriorata” commenta Confcommercio.

 

Sono pochissimi i segmenti che sono riusciti a registrare un segno positivo nei consumi nel mese di aprile, in pieno lockdown. A fronte del crollo generalizzato del 47,6%, i settori con consumi in crescita sono sati l’alimentazione domestica, le comunicazioni e l’energia. Ad aprile la domanda si è quasi azzerata nei settori legati alle attività complementari alla fruizione del tempo libero. La domanda è stata praticamente nulla per turismo, ristorazione, intrattenimento e automotive. La burocrazia e l’incognita dell’efficacia dei provvedimenti assunti dal Governo, inoltre, alimentano l’incertezza nel Paese. Stando agli analisti di Confcommercio, “l’eccesso di burocrazia, male endemico di cui soffre il nostro Paese, ha presentato il suo conto anche durante la pandemia e nella quale anche l’efficacia dei provvedimenti messi in cantiere dalle autorità nazionali e internazionali rimane un’ulteriore incognita”.

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