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Cosa prevede il nuovo pacchetto di stimoli della Germania

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Dopo due giorni di colloqui con le altre forze politiche tedesche, la cancelliera Angela Merkel ha confermato che i partiti al governo in Germania hanno concordato un pacchetto di stimolo del valore di 130 miliardi di euro per aiutare l’economia del paese a riprendersi dalla pandemia del coronavirus. Il pacchetto, che copre gli anni 2020 e 2021, comprende circa una ventina di nuove misure, e si aggiunge all’enorme budget approvato a marzo per aiutare il settore sanitario e le imprese: in tutto, il governo spenderà 1300 mld di euro.

 

Con questo nuovo intervento vengono impegnati miliardi di aiuti per le industrie in difficoltà, finanziamenti aggiuntivi per i Comuni che si occupano della crescente disoccupazione e della perdita di gettito fiscale, e un bonus una tantum di 300 euro per ogni figlio, da versare insieme ad altri sussidi per i figli.

 

Incentivi significativamente più alti saranno offerti per incoraggiare le persone ad acquistare auto – sostenendo così l’importante industria automobilistica del paese – ma il programma si applica solo ai veicoli elettrici. Sono state escluse le auto a basse emissioni a benzina e diesel. Nel frattempo, l’aliquota principale dell’imposta sul valore aggiunto (Iva) sarà temporaneamente ridotta dal 19 al 16 per cento. L’aliquota ridotta scende dal 7 per cento al 5 per cento, secondo un documento decisionale visto dalla Dpa.

 

La Merkel ha detto che è necessaria una spesa drastica per “dare un futuro alle prossime generazioni”. Il valore totale concordato nelle 21 ore di discussione ha superato le aspettative. Secondo il precedente rapporto, le parti stavano esaminando misure per un totale di circa 80 miliardi di euro. Il ministro delle Finanze Olaf Scholz ha spiegato che per lo stimolo dovrà essere approvato un ulteriore bilancio supplementare, ma non ha indicato alcuna somma. Per settimane il governo della Merkel ha dovuto affrontare le richieste di lanciare un programma di stimolo per aiutare l’economia a rimettersi in piedi dopo che la crisi del coronavirus ha spinto la nazione in recessione. Una serie di indicatori economici ha mostrato un crollo drammatico nel settore industriale tedesco e della spesa dei consumatori dopo che il governo ha imposto severe restrizioni a marzo nel tentativo di contenere la diffusione del virus. Da allora molte di queste misure sono state revocate.

 

L’economia tedesca dovrebbe subire una contrazione del 6,6% quest’anno, ha dichiarato l’autorevole istituto di ricerca Ifo alla fine del mese scorso. Altre stime hanno messo il calo a due cifre. Altro dato significativo è quello sui posti di lavoro messo a disposizione dall’Ufficio federale di statistica Destatis. Ad aprile 2020 circa 44,8 milioni di persone residenti in Germania erano occupate. Rispetto ad aprile 2019, il numero di persone occupate è diminuito dello 0,5% (-210.000).

 

Già prima dell’annuncio di questo nuovo pacchetto di stimoli, gli economisti tedeschi hanno elogiato l’entità degli aiuti forniti all’economia durante la crisi del coronavirus, secondo l’Economists Panel, un sondaggio condotto dall’Ifo, l’Institute e dalla Frankfurter Allgemeine Zeitung su circa 120 professori di economia delle università tedesche, condotto in anticipo rispetto al nuovo pacchetto varato ieri dal governo. “Questo elogio generale va di pari passo con la critica dei dettagli di alcune misure in discussione, come ad esempio il piano di rottamazione”, afferma Niklas Potrafke dell’Ifo Center for Public Finance and Political Economy. Solo il 18% circa degli intervistati ha giudicato l’aiuto troppo generoso e il 4% insufficiente. Questo corrisponde al fatto che il 62 per cento degli intervistati considera i rischi per la sostenibilità delle finanze pubbliche tedesche “bassi” o “molto bassi” e solo il 37 per cento “alti” o “molto alti”.

 

Quando si tratta di aiutare altri paesi europei, il 50 per cento degli economisti della Germania sostiene un mix di prestiti e sovvenzioni, il 25 per cento propone solo sovvenzioni non rimborsabili, il 9 per cento suggerisce solo prestiti, e l’8 per cento ritiene che non dovrebbe essere offerto alcun aiuto. Tuttavia, il 38 per cento degli intervistati respinge l’idea di incorrere in un debito congiunto dell’Ue, come proposto dal cancelliere della Germania Angela Merkel e dal presidente francese Emmanuel Macron, mentre il 35 per cento è favorevole e il 26 per cento risponde “indeciso”. Per quanto riguarda l’Iva, solo il 35 per cento è d’accordo con una riduzione temporanea dell’Iva per tutti i settori, mentre il 63 per cento respinge la proposta. Anche gli incentivi all’acquisto di nuove auto sono stati un flop completo, con l’89 per cento contrario.

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