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Venture Capital, i round calano del 32% nei primi sei mesi 2020

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ScaleIT, la piattaforma nata per favorire l’incontro tra gli investitori internazionali interessati a realtà ad alto potenziale (con round di serie A, B e C da 3 a 30 milioni di euro), le migliori scaleup italiane e dell’Europa sudorientale e i propri corporate partner, ha chiuso l’Osservatorio sugli investimenti Venture Capital effettuati nel primo semestre 2020 sul mercato italiano. Nel primo semestre dell’anno il mercato italiano del Venture Capital ha naturalmente risentito dell’impatto Covid-19 registrando una flessione del 32% sull’ammontare investito complessivo in confronto allo stesso periodo del 2019. Infatti, i round registrati dai Venture Capitalist italiani ed internazionali, su aziende tech italiane, o fondate da italiani e con sede anche in Italia, ammontano a poco più di 240 mln di euro rispetto ai 313 mln dei primi 6 mesi del 2019.

 

Analizzando l’andamento sull’intero periodo, si evidenzia che il calo è stato più marcato nel Q1 con una riduzione del 33% (86 mln contro i 127 mln di euro del Q1 2019), mentre nel Q2 il calo si è ridotto del 17% (153 mln contro i 185 mln di euro del Q2 2019). Considerando l’impatto che la crisi da Covid-19 ha avuto sull’economia e sulla società a livello globale, la flessione al momento appare piuttosto contenuta; inoltre si rilevano segni di una certa dinamicità del mercato. ScaleIT ha analizzato con particolare attenzione i round che coinvolgono gli investitori internazionali e quelli su scaleup ovvero i mega round.

 

Approfondendo l’analisi sul primo tema, nei primi 6 mesi del 2020 i dati dei round partecipati da investitori internazionali mostrano una riduzione degli investimenti del 23%, quindi maggiore rispetto al calo del mercato rispetto ai primi 6 mesi del 2019, passando da 109 mln di euro (Q1-Q2 2019) ai 74 mln di euro (Q1-Q2 2020). I primi 6 mesi del 2019 avevano infatti visto la presenza di importanti round internazionali, su tutti quello di Brumbrum partecipato da Accel Partners. L’andamento è stato però molto disomogeneo tra Q1, dove la flessione è del 49% (da 82 mln del 2019 a 42 mln di euro del 2020), a Q2 dove addirittura c’è un incremento del 23%, nonostante i volumi del secondo trimestre siano più bassi (da 26 mln del 2019 a 32 mln di euro del 2020). Il maggior calo degli investimenti internazionali può essere una naturale conseguenza del Covid-19 che non ha favorito nel breve la chiusura di deal con investitori più lontani dalle aziende dove alcuni elementi di due diligence, come quella sul team, possono essere più difficili quando la distanza fisica e del network è maggiore.

 

Passando invece all’analisi del contributo dei round più importanti sul totale del mercato (ovvero la focalizzazione su scaleup e mega round), si è registrato un calo anche in questo caso del 32% ovvero maggiore del mercato (da 198 mln del 2019 a 134 mln di euro di quest’anno). Tra questi top deal spicca il round da 45 mln su Banca Idea di pochi giorni fa, partecipato tra gli altri da 360 Capital Partners, Gruppo Sella, Generali e Micheli & Associati. Altri deal significativi sono il Serie C da 25 mln di euro su Milkman sempre con 360CP, P101, Vertis e Poste Italiane, il round da 16 mln sulla biotech Genespire da parte di Sofinnova. Meno rilevante per dimensione ma invece molto significativo per gli investitori è il Serie A da 6 mln di dollari fatto da Commerce Layer con Benchmark come lead investor insieme ad altri fondi della Silicon Valley.

 

Lorenzo Franchini, founder di ScaleIT aggiunge: “A completamento dell’analisi è opportuno fare alcune considerazioni. Negli ultimi tre anni il mercato delle startup in Italia è cresciuto sensibilmente. Se si prende come parametro le startup innovative registrate all’albo, si rileva che sono passate in tre anni da 7.400 a circa 11.000 (+48%). Nello stesso periodo invece le scaleup sono in numero pressoché costante, tra le 100 e 120 unità. La forte diminuzione di peso sul mercato dei top 10 round potrebbe quindi riflettere un primo indicatore di un mercato che stenta a produrre soprattutto scaleup che possano aggiudicarsi round Serie A-B-C da almeno 5-10 milioni”. Molto vivace infine il semestre sul fronte delle exit con ben 12 operazioni. Il valore delle exit tuttavia non è ancora altissimo. La più notabile risulta infatti l’acquisizione del 49% di Tannico da parte di Campari per 23 mln.

 

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