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Da Ronaldo a Federer, gli sportivi si danno alla moda

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Dal design di traiettorie di diritti e rovesci alle scarpe sportive. Roger Federer è l’ultimo di una serie di campioni dell’ultimo ventennio che ha deciso, durante la pausa forzata imposta dal Covid-19 e da un intervento chirurgico a un ginocchio, di piazzare il suo timbro su una linea di calzature. The Roger, presentata qualche giorno fa, in collaborazione con il marchio svizzero On, scarpe bianche, da strada, in pelle vegana e con suola brevettata che protegge il piede, in vendita in edizione limitata, è l’ennesima prova che i fuoriclasse, quelli come Federer, che fatturano da anni quasi quanto una multinazionale, non mettono sul mercato solo il viso, il corpo per un brand, una griffe, ma sono parte integrante del processo creativo.

 

Nulla è più lasciato al caso, prodotti sempre più aderenti all’immagine che lo sportivo si è costruito dentro e fuori dal campo di gioco. Insomma, icone che diventano designer. Due anni fa è stato Cristiano Ronaldo a ideare la linea di intimo, CR7 Underwear, sviluppata con Yamamay attraverso una campagna pubblicitaria con il portoghese cinque volte Pallone d’Oro su cartelloni e vetrine di tutta Italia. E un altro fuoriclasse senza tempo dello sport americano, il golfista Tiger Woods, ormai da anni porta dividendi alla multinazionale dell’abbigliamento dell’Ohio con la linea TW, berretto, scarpe, pantaloni e polo per il green, che ha ha resistito anche alla bufera mediatica sulla vita di Woods, dieci anni fa in rehab per dipendenza da sesso e uso di sostanze stupefacenti. Mentre nel 2018 si è presentata sul mercato anche Serena Williams con la sua linea di abbigliamento vegan che porta il suo nome, a prezzi contenuti, da 35 a 250 dollari, 100 capi per le donne di successo, giacche, t-shirt, pantaloni e abbigliamento sportivo.

 

Un successo, che l’anno successivo ha spinto anche la sorella più grande, Venus, a darsi alla moda con Eleven, abbigliamento per sportivi ma anche per la vita di tutti i giorni. Anche in questo caso le vendite hanno premiato, ma il risultato, come nello sport, non è assicurato. Due anni fa Zlatan Ibrahimovic, dopo 20 milioni di euro persi in poche annate, ha dovuto mettere i sigilli al suo marchio di abbigliamento, con linea di vestiti da lui disegnata, A-Z. E un’altra linea di abbigliamento lanciata sul mercato dall’attaccante svedese, Zlatan Unplugged (realizzata anche un’app, poi chiusa) per le perdite eccessive, senza una risposta da parte del mercato in linea con la grandezza mostrata da Ibra in oltre dieci anni di carriera al vertice.

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