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È boom del video in streaming

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Gli italiani guardano la tv tradizionale ma preferiscono i contenuti video on demand. La tendenza, che si è solidificata durante il lockdown imposto dal Covid-19, viene dallo studio realizzato da Sensemakers, società di consulenza nel marketing digitale, integrando diverse fonti di dati: Auditel, Audience Analytics di Comscore e una ricerca condotta sugli heavy user di video online sia sulle piattaforme gratuite sia su quelle a pagamento in collaborazione con Beyond Research. Dunque, è in corso il boom dello streaming video.

 

Secondo le stime dell’Agcom sui dati Comscore, l’audience dei fruitori di video on demand a marzo 2020 è cresciuta del 60% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente mentre in base alle rilevazioni di Auditel il numero di visualizzazioni di video online sui siti dei broadcaster televisivi è più che raddoppiato sia a giugno che nella prima metà di luglio rispetto agli stessi periodi del 2019. E non si tratta di una crescita di utenti solo quantitativa: certo, i più giovani, la fascia 15-24 anni, si dirige maggiormente sui contenuti video digitali (35 minuti in media al giorno trascorsi su siti di video streaming), mentre le famiglie, giovani e con con alto grado di scolarizzazione e reddito, clicca per i video on demand su smart tv.

 

Passano dunque all’incasso giganti come Netflix (davanti a tutti), Amazon Prime Video – i primi due puntando su co-viewing familiare basato su film e serie tv, produzioni originali ed estere – e YouTube, che fanno registrare i più alti indici di gradimento, con Sky che riesce ad attrarre un pubblico maturo e dalle possibilità economiche più alte della media italiana. Secondo Sensemakers, i video online sono mediamente visualizzati con tre tipologie di device durante l’arco della giornata: la mattina, via smartphone si viaggia prevalentemente contenuti di news, sport, musica e tutorial la mattina, mentre nel pomeriggio si vira sulla visione di serie televisive e reality, con film e ancora serie tv per il programma serale, attraverso la smart tv.

 

Il 63% del campione interpellato da Sensemakers ha inoltre dichiarato di utilizzare un secondo schermo, soprattutto smartphone, in contemporanea alla visione televisiva. E se la scelta degli utenti di abbonarsi è ovviamente legata al rapporto qualità/prezzo e anche dalla semplicità di utilizzo delle piattaforme digitali, secondo lo studio c’è la propensione a sottoscrivere in media due-tre abbonamenti ai servizi a pagamento.

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