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Chiara Ferragni vuole arrivare alla quotazione in Borsa

chiara ferragni

Per il gruppo che ruota intorno all’influencer e imprenditrice Chiara Ferragni c’è la possibilità di “essere quotato in Borsa o confluire in un grande gruppo del lusso”. Ferragni ha spiegato al ‘Corriere Economia’ che prima di arrivare a uno di questi obiettivi, però, il suo marchio va reso sufficientemente ‘appealing’, così come l’intera azienda.

 

 

Per Ferragni, questo è possibile “con una buona redditività e un giusto rapporto qualità prezzo, oltre a una diffusione e conoscenza internazionale del marchio perché competa realmente con altri del suo stesso livello, come Chloé o Kenzo”.

 

 

Questo “è il lavoro che abbiamo iniziato due anni fa, quando sono diventata ceo di Serendipity, dopo aver già assunto la stessa carica in Tbs, la società che gestisce The Blond Salad”. I numeri, racconta, “erano in discesa, ed era importante cambiare obiettivo strategico” anche grazie ad accordi “con grande attenzione ai numeri, soprattutto alla redditività di medio lungo periodo. Per questo abbiamo scelto Swinger e stiamo cercando i partner migliori su tutte le categorie merceologiche, dalle fragranze al beauty, dal ready to wear all’underwear, al bambino. O al food, dove abbiamo realizzato partnership con marchi come Oreo”.

 

 

“Nel food abbiamo un progetto rivoluzionario, ma non posso ancora parlarne. Vogliamo essere pronti con tutto per quando ci sarà la ripartenza generale dei consumi” dice anticipando anche che nel rapporto con Lancôme, del gruppo L’Oréal “a settembre 2021 ci sarà un terzo step. Il beauty è un settore dove vogliamo continuare a investire, così come negli occhiali. Anche per questo dovevamo cambiare strategia: quando tratti con colossi come L’Oréal, e lo stesso vale negli occhiali, devi dimostrare che non sei il personaggio di turno, ma la concretezza del prodotto che proponi”.

 

 

In termini di numeri dopo un 2019 che per Serendipity che si è chiuso con ricavi in discesa a 1,048 milioni con una perdita di 520 mila euro, rispetto al precedente utile netto di 193 mila è stato approvato un piano per arrivare nel 2025 a 15,4 milioni di ricavi, un Ebitda del 44% e un utile netto di 4,4 milioni. “Lo abbiamo predisposto prima del Covid ma è molto prudente e – spiega – posso dire che già nel 2020, nonostante la pandemia, siamo in crescita. A sostegno del piano, abbiamo approvato un aumento di capitale da 3,5 milioni che è già stato sottoscritto. Abbiamo intanto completato la ristrutturazione di Tbs, iniziata nel 2017 con un esercizio 2016 a 3,3 milioni di euro e un utile di 6 mila euro: nel 2019 i ricavi sono stati 6,4 milioni, in crescita del 10% sull’anno precedente, con un utile netto di 450 mila euro (+359%). Anche in questo caso, nel 2020 il trend è positivo, nonostante il Covid”. Quanto al rapporto – definito in crisi – con il socio Pasquale Morgesela, Ferragni conferma che “è rimasto azionista, non solo in Serendipity ma anche in Tbs, ha mantenuto la licenza delle calzature e non abbiamo alcuna questione legale”. “Non abbiamo cambiato soci perché non avevamo bisogno di farlo”, spiega.

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