Il problema non è lo stipendio. O, almeno, lo stipendio non è l’origine del problema. Pasquale Tridico, presidente dell’Inps scelto dal Movimento Cinquestelle, va pagato quanto merita di essere pagato un presidente dell’Inps. Perché il livello della retribuzione deve essere coerente con la responsabilità e con il valore che il mercato attribuisce a quell’incarico. Sicuramente, molto più dei 62mila euro che percepiva prima del blitz estivo con cui, come riportato da La Repubblica, è stato alzato retroattivamente lo stipendio a 150mila euro.
Il tema vero è: Tridico merita di essere il presidente dell’Inps, e quindi di percepire uno stipendio adeguato? La risposta deve essere legata solo all’operato del manager, inclusi tutti i passi falsi compiuti finora e tutte le disfunzioni che hanno accompagnato la gestione dell’emergenza Covid.
Se ci si ferma allo stipendio, ci sono altre domande da porsi. Perché si sceglie di nominare un presidente dell’Inps attribuendogli uno stipendio evidentemente sotto dimensionato? Se fosse una scelta legata alla propaganda e all’idea che il messaggio debba essere ‘ecco come siamo capaci di ridurre i costi della macchina pubblica’, la correzione in corsa, e sostanzialmente ‘nascosta’, assumerebbe le proporzioni di un inganno all’opinione pubblica. A maggior ragione se, come sembra evidente e come suggerisce il carattere retroattivo del provvedimento, Tridico fosse stato preventivamente rassicurato che sarebbe stato risarcito.
Andando un po’ oltre il caso specifico, arriva un’altra domanda. Si possono cercare le competenze che servono a guidare gli enti pubblici, proponendo stipendi fuori mercato? La risposta è: evidentemente, no. Le retribuzioni dei manager pubblici devono rispettare il tetto dei 240mila euro, fissato per legge. Entro questo limite, deve valere il semplice criterio che la competenza si paga e che è molto meglio, per tutti, pagare in maniera adeguata un presidente dell’Inps competente. Piuttosto che risparmiare qualche decina di migliaia di euro l’anno per assecondare la propaganda.
Tornando a Tridico, chiedere le dimissioni perché è arrivato un adeguamento dello stipendio ha poco o nessun senso. Chiedere conto al presidente dell’Inps di quello che sta facendo l’Ente che guida è un’altra questione.
